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Storia fotografica della prigionia dei militari italiani in Germania – 2005

Adolfo Mignemi
Torino, Bollati Boringhieri, pp. 349, euro 50,00

Anno di pubblicazione: 2005

La storia dei prigionieri militari italiani è stata fino a oggi quasi esclusivamente descritta attraverso i racconti dei testimoni diretti o attraverso i documenti d’archivio. Ma il passato non ci ha lasciato solo fonti scritte ma anche fotografie. Tuttavia negli archivi tedeschi sono rimaste solo pochissime testimonianze fotografiche sugli internati militari. Tanto più interessante e importante appare dunque questa documentazione fotografica sui prigionieri di guerra italiani curata da Adolfo Mignemi, in quanto direttore di un gruppo di ricerca che ha analizzato i fondi fotografici dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia e degli istituti storici della Resistenza.
Mignemi non raccoglie soltanto una suggestiva documentazione sulle condizioni di vita soprattutto degli ufficiali italiani ma ci offre altresì la storia dell’origine, della trasmissione e dell’originario contesto di utilizzo dei differenti fondi iconografici. Nel suo saggio introduttivo egli descrive la trasmissione delle fotografie dei prigionieri di guerra italiani dalla metà dell’Ottocento fino ai relativi fondi iconografici nella seconda guerra mondiale. A ragione l’autore distingue tra fotografia ufficiale, con una funzione documentaria o propagandistica, e fotografie scattate di nascosto, con l’intenzione di fornire testimonianza delle ingiustizie. Ciò era legato a un alto rischio personale, in quanto nei Lager era severamente vietato fotografare. Un cospicuo numero di immagini proviene dall’ampio e importante fondo ?Vialli? dell’Istituto storico Parri di Bologna, che annovera complessivamente all’incirca 400 fotografie. L’ufficiale Vittorio Vialli fotografò di nascosto la dura vita quotidiana nei campi dei prigionieri di guerra di Beniaminowo, Sandbostel e Fallingbostel. Le sue immagini documentano inoltre la fine della guerra e il ritorno in Italia. Le fotografie diventano in tal modo testimonianze non soltanto della realtà sociale, ma anche dell’identità di gruppo nei campi per ufficiali. Ulteriori fotografie sono state raccolte dal gruppo di ricerca negli archivi degli istituti per la Resistenza italiani, in archivi privati, nonché nell’Archivio federale, negli archivi di Stato e comunali tedeschi.
Relativamente numerose sono le testimonianze fotografiche nella fase immediatamente successiva alla firma italiana dell’armistizio. Una volta giunti in Germania non esistono quasi più fotografie ufficiali che documentino le condizioni di vita degli italiani nei campi per i prigionieri di guerra. Esistono tutt’al più foto propagandistiche scattate durante le diverse visite di rappresentanti della Repubblica sociale italiana. Il minuzioso lavoro di composizione dei vari fondi fotografici non solo offre nuovi sguardi nella vita quotidiana dei prigionieri, ma si distingue anche grazie all’introduzione concisa e particolarmente informativa fornendo in tal modo un importante contributo allo studio sul destino degli internati militari.

Gabriele Hammermann