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Agostino Giovagnoli, Giorgio Del Zanna (a cura di) – Il mondo visto dall’Italia – 2004

Agostino Giovagnoli, Giorgio Del Zanna (a cura di)
Milano, Guerini e Associati, pp. 430, euro 29,50

Anno di pubblicazione: 2004

I saggi raccolti in questo volume sono frutto di un convegno organizzato dalla SISSCO nel settembre 2002. Va subito detto che i due curatori hanno lavorato con grande professionalità. Oltre al fatto che la revisione delle bozze è stata fatta con un occhio molto attento agli errori tipografici (cosa che non sempre succede per gli atti di convegno), la prefazione di A. Giovagnoli presenta in modo comprensivo e acuto i temi principali emersi dal libro inserendoli, peraltro molto abilmente, in una discussione più ampia sullo stato della disciplina Storia contemporanea nell’Italia odierna.
Il libro si divide in sette parti e, con l’eccezione della sezione sulla storia asiatica limitata ad un solo saggio, ogni parte comprende quattro-cinque interventi sulla storiografia italiana riguardante una determinata area geografica. Nonostante diversi autori avvertano nella storiografia italiana una tendenza eccessivamente ?italocentrica? (polemici ma preziosi i commenti di A. Graziosi in proposito) e lamentino le numerose difficoltà professionali e culturali che chi studia le realtà straniere deve affrontare nell’università italiana, il lettore del volume arriverà certamente alla conclusione che i contemporaneisti italiani hanno dedicato negli ultimi anni molta attenzione ai paesi stranieri. Negli ultimi vent’anni la scholarship italiana ha registrato importanti progressi nello studio della storia di quasi tutte le principali aree geografiche del mondo, anche se è lecito rilevare che questo progresso è stato apprezzato sinora soprattutto dalla comunità scientifica nazionale. Stando alle note a piè di pagina, sono relativamente pochi gli storici italiani che hanno cercato di diffondere le loro ricerche nelle riviste più conosciute degli Stati Uniti o degli altri paesi europei. Mi sembra un peccato.
Nonostante le tante cose positive, il volume presenta alcune mancanze assai evidenti. L’assenza di un saggio sul Giappone, sulla Cina, sulla Corea, sulla decolonizzazione europea oppure sul coinvolgimento americano nel Sud-Est asiatico sembra suggerire che gli storici italiani abbiano trascurato la regione più dinamica del mondo dal punto di vista economico e politico. Una seconda mancanza sorprendente sono le istituzioni internazionali e transnazionali. L’emergere di organizzazioni sopranazionali quali l’Unione europea, il G7 e il GATT, per non parlare dello sviluppo di mercati finanziari globali e la crescente interdipendenza economica tra i paesi più sviluppati, è un fatto centralissimo per la storia contemporanea e l’approccio geografico del libro è forse responsabile di aver sminuito questi importanti cambiamenti. Il giudizio dell’africanista M. Triulzi, che sottolinea la maggior attenzione per la storia politico-istituzionale e diplomatica a scapito di quella sociale ed economica, sembra confermato da una lettura complessiva del libro.
In conclusione: questo volume è una bussola preziosa per orientare le scelte dei giovani ricercatori del futuro. Fornisce sia un resoconto dei successi della storiografia (e quindi segnala il loro punto di partenza) che un quadro delle aree dove c’è bisogno di ulteriori ricerche.

Mark Gilbert