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Al confine delle Alpi. Culture, valori sociali e orizzonti nazionali fra mondo tedesco e italiano (secoli XIX-XX)

Fiammetta Balestracci, Pietro Causarano (a cura di)
Milano, FrancoAngeli, 271 pp., € 34,00

Anno di pubblicazione: 2018

Questa pubblicazione collettanea prende in considerazione lo spazio alpino soprattutto dal punto di vista dei confini, della composizione culturale e degli orizzonti nazionali in prospettiva storica, privilegiando il versante centro-orientale, dove regioni prevalentemente di lingua tedesca e italiana di diversa appartenenza statuale si incontrano e si sovrappongono. Vi sono raccolti i contributi presentati al convegno Siscalt del 2016 a Torino, articolati in quattro sessioni – incentrate su economia e società, cultura, politica, ambiente e paesaggio – precedute da una stimolante Introduzione dei curatori.
Il confine alpino tra Italia e mondo germanico viene considerato nel doppio significato di sbarramento, legato alla dimensione dei conflitti nazionali, e di spazio fisico e ideale capace di produrre cultura, valori, idee e modelli di organizzazione sociale, oltre che di luogo di attraversamento. Anche nell’età dei nazionalismi gli elementi di rivalità nazionale all’interno dell’area alpina sono stati ampiamente compensati da dinamiche di transnazionalizzazione culturale, grazie allo sviluppo tecnologico, dei mezzi di trasporto e dei collegamenti, all’avvento del turismo e allo sviluppo degli sport. Una sorta di filo rosso della storia contemporanea delle Alpi, che è toccato da diversi saggi, è la storia dell’alpinismo, assunto come tratto paradigmatico della modernità e del suo avvento sul territorio alpino e come segnale d’inizio di una nuova epoca.
Il primo saggio del volume è dedicato proprio alle origini dell’alpinismo alla fine del ’700. La nazionalizzazione delle Alpi è stata senz’altro uno dei fenomeni che ha caratterizzato la definizione dei confini alpini fra ’800 e ’900. Il fenomeno appare soprattutto sul versante orientale ed è evidenziato dall’alpinismo e dalle sue associazioni – che hanno fatto delle Alpi uno spazio conteso – e dalle forme del disciplinamento fascista nella montagna italiana.
Nel periodo tra le due guerre la supremazia tecnologica tedesca ha posto l’area alpina germanica al centro dell’attenzione del mondo. Nello stesso periodo l’alpinismo tedesco è diventato il modello da imitare e superare e la glorificazione delle Alpi è avvenuta proprio attraverso i Bergfilme di area tedesca.
Altri temi, tra i molteplici affrontati nel volume, sono quelli legati alla trasformazione economica delle Alpi nell’800 e nel ’900 e al ruolo dell’avanzante turismo, alle migrazioni sui confini alpini nel ’900, al significato di repubblica e monarchia per la costruzione di una simbologia politica in area alpina, alla dialettica tra modelli di sviluppo e conservazione della natura al confine tra area germanica e italiana.
La pubblicazione ha tutte le carte in regola per non essere semplicemente la riproduzione degli atti del convegno di Torino, ma anche il tentativo di aprire un fronte di riflessione e una prospettiva di confronto scientifico ampio attorno al tema storiografico delle Alpi e della montagna in genere.

Maddalena Guiotto