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Alba Lazzaretto Zanolo (a cura di) – La “primavera liberale” nella terraferma veneta 1848-1849 – 2000

Alba Lazzaretto Zanolo (a cura di)
Marsilio, Venezia

Anno di pubblicazione: 2000

I dodici saggi raccolti in questo volume, esito editoriale di un convegno organizzato dall’Istituto per le Ricerche di Storia Sociale e Religiosa in occasione del 150° anniversario del ’48, ruotano principalmente intorno a quattro temi: lo sguardo dell’Europa sulla rivoluzione a Venezia; il governo austriaco; il costituzionalismo; il movimento patriottico. Il Risorgimento italiano visto dall’opinione pubblica europea è argomento di recente tornato ad attirare l’attenzione degli storici e il convegno vi ha dedicato quattro relazioni, di cui però solo due sono state pubblicate. David Laven mostra come l’atteggiamento della classe dirigente inglese nei confronti di Venezia nel corso della Restaurazione oscilli tra l’indifferenza, la deprecazione verso la mollezza dei costumi, e la valutazione positiva del ruolo geostrategico dell’Austria e quindi del suo dominio in Italia. Solo l’eroica difesa di Venezia modifica tale immagine soprattutto nella stampa, a tal punto di fare di Manin un’icona della libertà da affiancare a Garibaldi. Esamina invece i rapporti di solidarietà che si instaurano tra nazionalità ribelli il saggio di Magda Jàszay, che evidenzia quanta speranza fosse riposta dalle élites ungheresi nell’insurrezione di Venezia e come, d’altra parte, il governo veneziano sperasse nell’appoggio magiaro soprattutto nell’ultima fase della sua esperienza. I saggi dedicati al governo austriaco (Brigitte Mazohl-Wallnig e Stephan Malfèr) mostrano invece lo stretto legame tra le diverse fasi della rivoluzione a Vienna e l’atteggiamento del governo austriaco verso le province italiane ribelli. Tale stretto rapporto è affrontato soprattutto in relazione ai progetti costituzionali riguardanti il Lombardo-Veneto che vengono elaborati tra l’estate del ’48 e la primavera del ’49 dai funzionari imperiali in Italia, e che sono accantonati con la restaurazione assolutistica. Speculare ai progetti costituzionali austriaci è la riflessione di Rosmini sulla costituzione da dare ad un nuovo Regno dell’Alta Italia (Luciano Malusa); un progetto costituente in cui si dava largo spazio all’autodeterminazione dei popoli e alla libertà, ma destinato a modificarsi, fino quasi a portare Rosmini alla sua ritrattazione, quando le sorti della rivoluzione volsero al peggio. Il movimento patriottico è infine esaminato sotto il profilo della mobilitazione militare a Padova (Piero Del Negro), del ruolo degli ebrei nelle Venezie (Ester Capuzzo), mentre un saggio di Carlo Ghisalberti ripercorre genesi e sviluppi della contrapposizione tra moderati e democratici intorno al tema della nazione.
Nonostante la presenza di questi ultimi contributi, il baricentro del volume è spostato decisamente sul versante dell’amministrazione austriaca e dei suoi rapporti con le élites locali (ne è prova anche la presenza poco congrua di un saggio di Andreas Grottsmann sul governo austriaco in Veneto tra 1859 e 1866) e sul contesto internazionale, mentre uno spazio limitato ha l’analisi di quella “primavera liberale” che dà il titolo al volume.

Enrico Francia