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Albert Russell Ascoli e Krystyna von Henneberg (a cura di) – Making and Remaking Italy. The Cultivation of National Identity around the Risorgimento – 2001

Albert Russell Ascoli e Krystyna von Henneberg (a cura di)
Oxford-New York, Berg, pp. 332, s.i.p.

Anno di pubblicazione: 2001

Il volume comprende una serie di saggi (tre dei quali nel frattempo già editi) frutto per lo più di un convegno tenutosi a Berkeley nel 1997 nel quadro delle attività del Departement of Italian Studies e quindi naturalmente orientato verso i cultural studies.
Gli autori non sono solo storici, e il quadro complessivo è arricchito da una molteplicità di sguardi, di temi e di oggetti di ricerca: le donne nel contributo di Lucia Re dedicato al Gendering of Writing in Nineteenth Century Italian Culture; la rappresentazione del Mezzogiorno di cui parla Nelson Moe nel saggio This is Africa: Ruling and Representing Southern Italy, 1860-61; il mito del Garibaldinismo e la formazione di un immaginario collettivo fascista nel saggio di Claudio Fogu; il mito di Dante nell’intervento di Andrea Ciccarelli; la carica simbolica di cui fu investito il personaggio di Verdi nell’articolo di Mary Ann Smart; l’uso del Risorgimento fatto da Gentile nel saggio di Roberto Dainotto. Infine, Millicent Marcus discute le interpretazioni di Senso e David Forgacs partendo dall’analisi delle varie edizioni di 1860 di Blasetti coglie alcuni aspetti importanti della rielaborazione del mito del mito della spedizione dei mille tra fascismo e secondo dopoguerra.
L’introduzione di Ascoli e von Henneberg mette a fuoco la persistente centralità del Risorgimento ?as a cultural icon and as a framework for political and cultural debate? e illustra la struttura del libro, che si apre e si chiude con due saggi di due buoni conoscitori della storia e della storiografia italiana, Lyttelton e Patriarca. Il primo fa i conti con il momento iniziale della ?creazione di un passato nazionale? nell’età della Restaurazione (importante mi pare soprattutto la sottolineatura del ruolo di Sismondi e l’uso estensivo dell’iconografia, che ormai sta entrando a far parte degli strumenti degli storici dell’Ottocento italiano). La seconda rende conto, anche a partire dai dibattiti apparsi sui quotidiani, della letteratura più recente a proposito del carattere nazionale degli italiani e mette in luce tra l’altro il tema del trasformismo.
I giudizi presenti in alcuni dei contributi sono in qualche caso drastici e difficilmente condivisibili: difficile ad esempio sottoscrivere una affermazione come quella di Lucia Re sulla ?conservative, even reactionary nature of the Italian unification process? (p. 162). E tuttavia più degli elementi di fragilità presenti in alcuni contributi mi pare importante mettere in luce gli aspetti positivi di questo volume che apre con decisione ad aspetti che la storiografia italiana trascura ancora troppo e che sono importanti per cogliere appieno il senso della costruzione e della rielaborazione del mito del Risorgimento. Mi pare che questo libro possa essere utilmente usato anche per avvicinare al dibattito italiano gli studenti stranieri che in misura sempre maggiore entrano, talvolta per brevi periodi, nelle nostre università e per i quali questo testo può costituire un primo approccio.

Ilaria Porciani