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Alberto Castelli – Una pace da costruire. I socialisti britannici e il federalismo – 2002

Alberto Castelli
Milano, Franco Angeli, pp. 159, euro 17,00

Anno di pubblicazione: 2002

La Federal Union nacque a Londra nel 1938, proprio nei giorni di Monaco, per iniziativa di un gruppo di giovani intellettuali convinti che solo un’autorità e istituzioni sovranazionali avrebbero consentito la costruzione della pace. Vi aderirono studiosi e politici di diversa provenienza, tra i quali William Beveridge, Friederich von Hayek, Lionel Robbins, Clement Attlee, Harold Wilson, Leonard Woolf, ma chi più di ogni altra lasciò il segno fu Barbara Wootton, una studiosa di economia di orientamento socialista. Anche se i progetti della Federal Union rimasero sostanzialmente irrealizzati, non mancarono di influenzare importanti esponenti del federalismo europeo, tra cui gli autori del Manifesto di Ventotene.
Alla Federal Union, Castelli ha dedicato un libro che esamina lo svilupparsi tra le due guerre nel Regno Unito di un’idea sovranazionale, concentrandosi poi, nella seconda, sulle proposte e i progetti che i più autorevoli esponenti del gruppo elaborarono tra il 1939 e il 1942. E’ quest’ultima la parte più interessante del volume, anche perché basata su ricerche originali. A seguire da vicino l’intensa discussione teorica e programmatica sviluppatasi dentro la Federal Union, emerge la difficile coesistenza tra l’ala liberale (rappresentata da Hayek) e l’ala socialista. Concordi nell’attribuire alla federazione la facoltà di regolare commercio, valuta e immigrazione, liberali e socialisti si divisero sull’estensione dei poteri da lasciare agli Stati federati. I socialisti (e in particolare il futuro premier laburista Harold Wilson, che intervenne nella discussione) erano per conferire agli Stati federati attribuzioni più estese, che avrebbero consentito loro, nell’eventualità di una conquista del governo da parte di una maggioranza socialista, di avviare politiche collettiviste.
Più in generale, furono numerose e complesse le differenze tra ?mondialisti? ed europeisti, liberisti e pianificatori, sostenitori di forme diversamente ampie di sovranità federale. Rimase come punto comune la convinzione che senza un qualche tipo di governo sovranazionale (frutto di una cessione di sovranità da parte dello Stato nazionale) non ci sarebbe stata una pace duratura.
Merito principale del libro è quello di riportare alla luce una riflessione e una elaborazione attualissima oggi, in un momento in cui il mantenimento della pace sembra ancora una volta legata all’autorità e all’azione di organismi sovranazionali.

Luciano Marrocu