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Alberto Cavaglion e Gian Paolo Romagnani (a cura di) – Le interdizioni del duce. Le leggi razziali in Italia – 2002

Alberto Cavaglion e Gian Paolo Romagnani (a cura di)
Prefazione di Piero Treves, Torino, Claudiana, seconda edizione aggiornata e amp

Anno di pubblicazione: 2002

Si tratta di un aggiornamento di un volume antologico dedicato alle leggi razziali in Italia. La prima edizione risale al 1988, in occasione del cinquantesimo anniversario delle leggi emanate nel 1938 contro gli ebrei; l’anno 1988 è comunemente considerato come momento di svolta sia per lo sviluppo della storiografia su questi temi sia per la presa di coscienza da parte dell’opinione pubblica. Gli autori hanno ritenuto opportuno mettere di nuovo a disposizione dei lettori un prezioso strumento, arricchito da nuovi documenti e da un’ampia e densa Introduzione, dove è possibile ritrovare echi già espressi di recente da Alberto Cavaglion (Ebrei senza saperlo, Napoli, l’Ancora del Mediterraneo, 2002) sull’uso pubblico delle leggi razziali in Italia.
Il volume raccoglie documenti e testimonianze del periodo 1938-1939: testi, manifesti, discorsi, scritti, brani di diario, ripartiti in otto sezioni; ogni brano è preceduto da un’introduzione puntuale e utili riferimenti bibliografici. Costituisce oggi, insieme al catalogo della mostra curata dal Centro Furio Jesi di Bologna (La menzogna della razza. Documenti e immagini del razzismo e dell’antisemitismo razzista, Bologna, Grafis, 1994), un mezzo per accedere direttamente alla lettura delle fonti.
Il richiamo del titolo è al celebre studio di Carlo Cattaneo, noto comunemente come Interdizioni israelitiche, pubblicato nel 1837; s’intende così collocare gli avvenimenti del 1938 in un contesto più ampio, ritenendo ?necessario ancorare il nostro discorso alle sue fondamenta e cioè alle modalità con cui si svolse, e fallì, l’emancipazione in Italia? (p. 35). Viene sottolineato il carattere innanzitutto giuridico della ferita che le leggi razziali hanno inferto al processo di emancipazione e d’integrazione degli ebrei italiani nella vita nazionale avviato a partire da metà Ottocento; com’è opportunamente messo in rilievo, ?la storia di una minoranza religiosa è sempre anche la storia degli ordinamenti giuridici che questa minoranza ha saputo conquistarsi per migliorare la propria condizione? (p. 40).
Alla presente edizione sono stati aggiunti numerosi documenti, alcuni dei quali inediti e di cui non è possibile rendere conto puntualmente in questa sede. Ci limitiamo a segnalare una nuova sezione (Meditazioni dall’esilio), che comprende le poche voci che si levarono dall’esilio e dalla clandestinità, e la pubblicazione della legge del 1930. Questa legge regolamentava la vita delle comunità ebraiche in Italia e stabiliva l’imposizione dell’iscrizione degli ebrei ad una comunità. La scelta di inserire questo documento, considerato ?parte integrante delle leggi razziali?, rappresenta una risposta al dibattito in corso ? di cui forse non per tutti è facile cogliere caratteri e implicazioni ? e un invito a esaminare più a fondo il complesso rapporto fra ebraismo e fascismo. Quest’ultimo, secondo gli autori, ?non altro non è se non un paragrafo minore di un più generale e insoluto patto dell’oblio che riguarda il rapporto fra italiani e fascismo? (p. 22).

Valeria Galimi