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Aldo A. Mola (a cura di) – Isacco Artom e gli ebrei italiani dai Risorgimenti al fascismo – 2002

Aldo A. Mola (a cura di)
Foggia, Bastogi, euro 12,50

Anno di pubblicazione: 2002

La storia degli ebrei d’Italia in età contemporanea sta attraversando oggi un’evoluzione profonda. I ricercatori paiono infatti aver ormai abbandonato la rappresentazione ?assimilatoria? dell’ingresso degli ebrei nella società italiana; sempre meno la storiografia recente è infatti disposta ad accettare una consolidata interpretazione che vedeva gli ebrei italiani, emancipatisi grazie alle armate napoleoniche dalle leggi discriminatorie di antico regime, dopo la parentesi della Restaurazione entrare nella società italiana come una componente non più legalmente perseguitata e, dunque, del tutto integrata nella società gentile. Gli studi recenti, sia di taglio storico-sociale che storico-economico, storico-culturale, linguistico e antropologico hanno invece enfatizzato la permanenza di caratteri distintivi della compagine ebraica nazionale fino ad oltre il XIX secolo; ciò mentre la ricerca sul XX secolo sempre meno assume la Shoah a nucleo centrale dell’esperienza ebraica del secolo scorso, gettando luce su aspetti ampiamente sconosciuti quali la ricezione del sionismo, la storia locale delle comunità, i comportamenti demografici, le istituzione formative.
Il volume curato da Aldo A. Mola si colloca solo parzialmente in questo quadro storiografico. Il recupero di alcune biografie (l’astigiano Isacco Artom, segretario particolare di Camillo Cavour, il rabbino cuneese Lelio Della Torre, di cui è presentata integralmente una importante orazione del 1869, l’intellettuale massone Giuseppe David Levi, il ministro della Guerra Giuseppe Ottolenghi) permette in alcuni casi di osservare le forme, le difficoltà e i limiti del processo ebraico di integrazione, svoltosi a partire dalla massiccia partecipazione degli israeliti al Risorgimento. È tuttavia trascurata un’esposizione metodologicamente avveduta delle problematiche storiografiche ampie in cui le vicende individuali presentate dovrebbero essere inscritte. Gli interventi di più ampio respiro (su Risorgimento ed emancipazione ebraica e Ebrei italiani oltre l’olocausto di Sophie Nezri-Dufour, le purtroppo brevi pagine di Alberto Cavaglion sui nessi tra storia famigliare ebraica e storia d’Italia, il lavoro di Bruno Di Porto su Apporti e posizioni di ebrei nella vita e nella cultura italiana, che non sempre sfugge alle secche della ?storia degli ebrei illustri?; quello dello stesso autore su Ebrei in Italia durante il fascismo) riportano le vicende individuali su uno sfondo più ampio di storia politica e sociale. La complessità delle tematiche trattate e l’analisi dell’ormai ampia bibliografia su questi temi, dagli autori dei saggi solo parzialmente considerata, sacrificate dall’occasione per cui i lavori sono stati prodotti (un convegno di studi su Isacco Artom tenutosi ad Asti nel centenario della morte, un corso estivo di perfezionamento realizzato dall’Istituto italiano per gli studi filosofici di Napoli), avrebbero probabilmente necessitato di maggiore approfondimento quantomeno in sede editoriale.

Germano Maifreda