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Aldo Agosti (diretta da) – Enciclopedia della sinistra europea nel XX secolo, con la collaborazione di Luciano Marrocu, Claudio Natoli, Leonardo Rapone – 2000

Aldo Agosti (diretta da)
Editori Riuniti, Roma

Anno di pubblicazione: 2000

Il volume contiene oltre cinquecento voci, biografiche e tematiche, alcune delle quali corredate da una bibliografia. Alla definizione della sinistra europea sono dedicate alcune pagine dell’Introduzione di Agosti che ricorre alla combinazione di due consolidati orientamenti: quello di Bobbio, che sottolinea l’idea di eguaglianza, e quello di Hobsbawm che indica invece la fedeltà alle tradizioni rivoluzionarie. L’opera attribuisce legittimità a una geografia continentale della sinistra che appare invece discutibile (si pensi a Franz Fanon, a Mao, a Che Guevara, al Viet Nam, alla new left americana nell’influenzare il profilo culturale della sinistra europea). Il riferimento è più ai partiti che non alle culture della sinistra e proprio per questo l’ambizione comparativa risulta scarsamente realizzata. In mancanza di sinistre di diversa natura il confronto fra i diversi paesi risulta in una pura descrizione delle politiche seguite dai rispettivi partiti comunisti e socialisti. Le voci sono distribuite in cinque sezioni: 1) le biografie, 2) i movimenti, le istituzioni, le correnti culturali, 3) gli eventi, 4) i grandi temi, 5) la sinistra nei diversi paesi europei, e una simile partizione rende la consultazione non facile. Per di più, mentre alcune parti sono ordinate alfabeticamente, gli eventi sono disposti in ordine cronologico e i grandi temi – che corrispondono a una concettualizzazione debole – non hanno alcun ordine. La mancanza di un indice per sezioni, d’altra parte, non aiuta il lettore. In questo ordinamento alcune voci si sovrappongono (fronti popolari, politica delle alleanze, Francia; movimenti femministi e questione femminile), altre (come quelle della sezione sui movimenti) corrispondono a scelte non sistematiche. Alcune mancanze colpiscono: in un’opera rivolta a liberare la tradizione del comunismo dallo spettro di Stalin c’è la voce La destalinizzazione nell’URSS e nell’Europa orientale (che non si sa però se debba essere cercata fra i grandi temi, fra gli eventi o nella voce Urss – ma la voce Urss non c’è -) mentre manca la voce Stalinismo e, in presenza di Anarchismo, Zdanovismo, ecc., l’osservazione del curatore a proposito della esclusione degli ismi appare poco convincente. Alcune voci sono nuove e interessanti (feste e celebrazioni, iconografie e simboli, inni proletari) ma non riescono a bilanciare l’impressione di una certa scolasticità che nel complesso disturba. Francamente, i fondi universitari e del Murst che hanno finanziato un progetto di interesse scientifico nazionale potevano essere più utilmente impiegati dagli stessi autori, che sono nella maggior parte buoni studiosi, in una ricerca comparata sulla sinistra europea. Ma forse la presenza del migliaio di pagine di Sassoon (Cento anni di socialismo. La sinistra nell’Europa occidentale del XX secolo, Roma, Editori Riuniti, 1997) li ha al tempo stesso influenzati e scoraggiati. Nel complesso l’idea di una Enciclopedia della sinistra europea non sembra essere stata una buona idea.

Franco Andreucci