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Aldo Carera (a cura di) – Temi di storia economica del turismo lombardo (XIX-XX secolo) – 2002

Aldo Carera (a cura di)
Milano, Vita e Pensiero, pp. 239, euro 14,00

Anno di pubblicazione: 2002

Negli ultimi anni la letteratura sulla storia del turismo si è arricchita di nuovi contributi grazie ai quali si stanno per la prima volta definendo le caratteristiche e l’articolazione che questo importante settore ha assunto negli ultimi due secoli. Il volume di Carera partecipa a questa ricostruzione, offrendo un quadro di insieme sull’evoluzione del turismo in Lombardia, vista come una regione economica all’interno della quale si generano e trovano la loro destinazione importanti flussi turistici. Il libro dopo aver offerto una visione d’insieme sull’emergere di una sensibilità turistica, sulla comparsa di precise vocazioni territoriali e sulla nascita di una imprenditorialità turistica in Lombardia si concentra sull’evoluzione di due destinazioni, Milano e la Valchiavenna, e sulla storia di una ?impresa?, il Grand Hotel Villa D’Este (1873-1963).
L’aspetto più interessante del volume è il largo spazio dedicato a Milano (due capitoli sui sei di cui si compone il volume) e ad un prodotto turistico spesso trascurato, quello urbano, legato più all’organizzazione di eventi che alla valorizzazione di risorse naturali o culturali. Milano, infatti, pur non essendo qualificabile come città d’arte fu tra la fine dell’Ottocento e gli anni Venti uno dei maggiori centri turistici italiani in termini di presenze alberghiere, proponendosi come città d’affari e quindi elaborando un prodotto incentrato sulle esposizioni industriali (1871, 1881, 1906), le fiere campionarie (dal 1920 in poi), i meeting di varia natura ma nello stesso tempo contando su un patrimonio artistico di tutto rispetto.
Questo volume, inoltre, portando l’attenzione sulla regione italiana di più antica industrializzazione, offre interessanti spunti sul rapporto turismo/industria, perché delinea una complementarità fra lo sviluppo dei due settori piuttosto che una contrapposizione. Infatti, vale la pena notare in primo luogo che fu proprio il precoce sviluppo industriale a rendere Milano una delle mete più importanti del turismo d’affari e secondariamente che le località lacuali e montane della Lombardia restarono a lungo le principali destinatarie di quel flusso turistico generato da Milano e dintorni proprio grazie ai nuovi livelli di reddito resi possibili dall’industrializzazione.
Il limite maggiore del libro è nella mancanza di approfondimento dei numerosi temi proposti. Ad esempio, un’attenta valutazione del ruolo giocato dalla vicinanza con Milano e con il suo grande bacino di potenziali turisti non tanto nella nascita delle località di soggiorno lombarde quanto nella definizione del prodotto turistico e nella scelta di particolari strategie di sviluppo (come ad esempio la grande diffusione di seconde case). Oppure la ricostruzione della posizione sociale ed economica di alcuni importanti figure professionali come quelle dei camerieri o degli albergatori. E tanti altri. Ma, d’altra parte, è lo stesso autore a chiarire che questo volume ?non intende altro che sondare una materia meritevole di ben altri approfondimenti? (p. 13) e, aggiungiamo noi, ha già il pregio di proporre un argomento inusuale, cioè lo sviluppo turistico di una regione a vocazione industriale.

Patrizia Battilani