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Alessandra Pagano – Scuola e maestri nel Sud (dal 1816 al 1880) – 2004

Alessandra Pagano
Lecce, Pensa Multimedia, pp. 265, euro 12,00

Anno di pubblicazione: 2004

L’antica provincia di Terra di lavoro, investita durante l’unificazione nazionale dal rimescolamento degli enti territoriali prodotto dalle nuove logiche amministrative dello Stato italiano, perde quella fisionomia unitaria formatasi negli anni: continuerà tuttavia, a dispetto di una geografia decisa a tavolino, a mantenere una certa identità sociale e culturale. Tale continuità si attesta attorno a quel ruolo di frontiera che la regione si trova a recitare, singolare ?Nord del Sud? il cui solo nome basta a prefigurare, in latitudini tutt’altro che prospere, una consolidata vocazione produttiva.
I fenomeni del decentramento, della diffusione dell’istruzione (in forte connessione con quella del laicismo) e dell’aggiornamento della sociabilità sono analizzati all’interno di questa cornice dallo studio della Pagano, efficace soprattutto nel fotografare il passaggio risorgimentale nei cui frangenti finali, peraltro, la regione fu coinvolta direttamente. Un passaggio che è istituzionale ma che dovrà diventare funzionalmente anche culturale, in virtù di una strategia di allargamento dell’accesso ai saperi, prima marginalizzato e sfavorito dalle vecchie dirigenze, ora sollecitato ad acquistare crescente importanza fino a costituire, almeno nelle dichiarazioni ufficiali, una delle spine dorsali del consorzio politico.
L’istruzione elementare dei Comuni della Val di Suessola, argomento centrale del saggio, risulta compressa tra i formali intenti della neonata compagine statale, che ne affida negligentemente la gestione alle misere casse comunali, e il tradizionale sistema di scuole private di origine preunitaria: un attrito di competenze a cui si sommano inveterati limiti geografico-sociali di difficoltà di comunicazioni e analfabetismo. Ciononostante riesce ad imporsi una certa vivacità culturale ?dal basso? incarnata dall’impegno, quasi missionario, di alcuni volenterosi insegnanti e dall’apertura all’istruzione femminile, a testimonianza di una notevole tendenza progressiva, specie in rapporto al resto di un Mezzogiorno interessato in quegli anni da altre e più tragiche urgenze.
In una riuscita combinazione di piani di lettura il testo agilmente passa dall’indagine territoriale, con stile da ?perizia? nei preziosi resoconti numerici sulla frequenza scolastica (di difficile reperibilità per l’indirizzo rapsodico delle registrazioni dell’epoca), al contesto complessivo della vicenda nazionale, esemplificando quella possibilità che ha la storia locale di proporsi come strumento e metafora per la storia generale.

Giovanni Chianelli