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Alessandro Marzo Magno (a cura di) – Rapidi e invisibili. Storie di sommergibili – 2007

Alessandro Marzo Magno (a cura di)
Milano, il Saggiatore, 253 pp., Euro 17,00

Anno di pubblicazione: 2007

In libreria la storia militare ha sempre venduto, vende, può vendere: anche in Italia, oltre a quella per la formazione professionale degli ufficiali e per lo svago di un pubblico assai vario fatto di appassionati e di nostalgici, la novità degli ultimi decenni è stata rappresentata da una qualificata produzione accademica. Questa premessa generale sulla tripartizione di base della ricerca storico-militare (professionale, ricreativa, accademica) è necessaria per comprendere questo volume che va salutato con interesse, pur risultando di difficile inquadramento.Il volume ospita otto pezzi brevi su episodi diversi ma tutti relativi alla storia della produzione e dell’utilizzo dei sommergibili in Italia. Tra questi sono state scelte vicende curiose e «irregolari», più o meno note, del 1914 (una dimostrazione interventista), 1919 (Fiume), 1936-39 (guerra clandestina contro l’URSS e la Spagna repubblicana), 1943-45 (un progettato attacco a New York non realizzato da parte della X Mas, lo Scirè, i sommergibili italiani in Estremo Oriente dal punto di vista di chi dopo l’8 settembre rimase a combattere col Giappone). Gli aa. (salvo Marco Cuzzi) non sono storici militari né storici professionali: Marzo Magno è stato giornalista di «Diario» (aveva edito nel 2001, per la stessa casa editrice, un fortunato volume sulle crisi jugoslave: La guerra dei dieci anni), Spirito scrive su «Il piccolo» ecc. I contributi in genere non si fondano su ricerche d’archivio ma su spigolature e riletture di testi editi. Il taglio dei pezzi è discorsivo: in quello firmato da Graziano Tonelli, l’a. con maggiore esperienza sul tema, troviamo parole rivelatrici come «vicenda», «narrare», «appassionante», «microcosmo».Perché allora, ci si potrebbe chiedere, segnalare in questa sede il volume? Non tanto per ragioni di novità scientifiche, espressamente escluse dagli aa.; né per organicità dell’impresa, ché il lettore chiudendo il libro non sa quasi niente della quantità, dell’armamento, del costo, del ruolo strategico, dell’utilità, della vita quotidiana, dei miti ecc. dei sommergibili italiani nei decenni qui presi in esame (per questo sono ancora necessari i volumi tecnici dell’Ufficio storico della Marina militare, quelli di storia economica di A. Casali o M. Cattaruzza, quelli divulgativi di G. Giorgerini, E. Cernuschi, E. Cernigoi, E. Bagnasco, G. Galuppini: per ciò che manca in termini di storia politica e militare – ed è molto – si attendono storici dedicati).Il volume si segnala a nostro avviso per due motivi. Il primo consiste nel tentativo degli aa., come avverte il sottotitolo, di scrivere storie, narrare episodi e personaggi, con stile piano e cercando un pubblico più largo di quello degli specialisti. Il secondo e più importante invece è relativo alla sua sede editoriale: che un importante editore pubblichi volumi con queste caratteristiche, appunto alla ricerca di un pubblico più largo, è un segno dei tempi.

Nicola Labanca