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Alessandro Minelli e Sandra Casellato (a cura di) – Giovanni Canestrini Zoologist and Darwinist – 2001

Alessandro Minelli e Sandra Casellato (a cura di)
Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, pp. 605, euro 56,81

Anno di pubblicazione: 2001

Il volume contiene le relazioni a un convegno tenuto nel 2000 per il centenario della morte di Giovanni Canestrini, zoologo trentino e traduttore di Darwin. È diviso in sei parti: la prima è dedicata alla vita accademica e pubblica di Canestrini; la seconda ? più che altro occasione per utilizzare due delle tre firme di autori non italiani, Bowler e Breidbach (il terzo è Ghiselin, mentre Christiane Groeben e Ariane Droescher operano da tempo in Italia) ? tratta del darwinismo in Europa; la terza riguarda Canestrini e il darwinismo in Italia; la quarta, la zoologia di Canestrini; la quinta la sua antropologia e l’ultima Canestrini e il Trentino. Il libro dà una visione completa del posto di Canestrini nella storia delle scienze naturali del tempo: sia gli aspetti interni del lavoro dell’autore che le connessioni di storia politica e sociale sono trattati con la nota competenza degli autori, tutti ottime firme nell’ambiente di questi studi. Molti capitoli presentano un notevole valore di originalità e ci aiutano non solo a conoscere l’autore in questione ma a capire i complessi aspetti della scienza e della cultura dell’Italia e dell’Europa dell’Ottocento. Particolarmente interessante il saggio di Paola Govoni su Canestrini, la divulgazione scientifica e i due problemi più coinvolgenti della zoologia darwinista, la presunta inferiorità delle donne e di alcune razze non europee. L’autrice mostra interessanti connessioni fra ricerca scientifica e divulgazione, molto utili anche da un punto di vista storiografico, e inoltre ci fa vedere come Canestrini, un liberale, non potesse sottrarsi alle opinioni correnti del tempo su donne e razze ?inferiori?, aspetti trattati nelle sue opere divulgative ma, come poi Guermani sottolinea nel suo contributo, evitati nei lavori di antropologia scientifica. Certo, ci ricorda l’autrice, un uomo come J.S. Mill aveva scritto a favore delle donne, ma Mill non era né antropologo né darwiniano. Tra gli altri, Landucci ci fornisce una chiara immagine dei darwinisti italiani, La Vergata ci porta nell’intricata questione del darwinismo sociale e Pogliano produce un affascinante studio sul cervello visto con le idee del tempo. Un discendente di Canestrini ci parla del ruolo dei boscimani, cioè dei ?primitivi? nell’ottica evoluzionista del suo antenato. La maggior parte dei capitoli sono in inglese (come il titolo), alcuni in italiano e non so se questo sia un vantaggio; forse sarebbe stato meglio scrivere tutto in inglese in modo da aumentare la diffusione del libro che rischia di essere solo limitata all’ambiente accademico italiano. Gli editori hanno fatto un ottimo lavoro trovando anche le fotografie di quasi tutti i personaggi citati: una serie impressionante di barbe accademiche sul modello tedesco, aspetto che ci ricorda come la versione tedesca dell’evoluzione fosse la fonte principale di Canestrini e dei suoi colleghi.

Mario A. Di Gregorio