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Alvio Patierno (a cura di) – Alexandre Dumas e il Mezzogiorno d’Italia – 2004

Alvio Patierno (a cura di)
Napoli, Cuen, pp. 394, euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2004

Il volume, che raccoglie gli atti di un convegno svoltosi a Napoli il 7 e 8 novembre 2002 in occasione del bicentenario della nascita di Dumas, offre un quadro sfaccettato dell’intenso e complesso rapporto fra lo scrittore e il Mezzogiorno. Un rapporto non solo letterario. Dumas intraprende un minuzioso Grand Tour nel Meridione (Sud della Francia e Italia) nel 1834. L’anno dopo è a Napoli; proseguirà fino alla Sicilia. Scrittore del tutto immune da problemi di writer’s block, ricava da queste esperienze varie opere (che gli serviranno, per sua stessa ammissione, a pagarsi le spese di viaggio, e con buon margine). E a Napoli Dumas risiede ancora, stabilmente, tra 1860 e 1865, come direttore degli scavi di Pompei, carica che riceve dalle mani di Garibaldi, alla cui impresa dà un contributo anche finanziario, e come fondatore e redattore del giornale «L’Indipendente», dove la sua felice grafomania e intelligente varietà di interessi trovano modo di dispiegarsi. Dumas insomma si getta nella mischia: il secondo, lungo soggiorno napoletano è inaugurato dalla partecipazione all’unificazione italiana, vista come occasione di lotta per la libertà e l’eguaglianza, protagonista il Generale.
Il nesso Dumas-Mezzogiorno (ricco di motivi d’interesse anche al di là della storia della letteratura) è sondato nel volume attraverso numerosi saggi, raccolti in quattro sezioni. La prima, Approdi, piuttosto eterogenea, raccoglie contributi su opere a sfondo napoletano come Teresa (B.T. Cooper), poi La San Felice ed Emma Lyonna ? Lady Hamilton: due romanzi sullo sfondo della Repubblica Partenopea (A. Ehrard, G. Papoff), e sull’immagine dell’Italia nei Crimes célèbres (S. Disegni). La seconda parte, dal riduttivo titolo Il turista, si apre con un contributo su Dumas viaggiatore in Sicilia e sulle sue opere siciliane, Le Spéronare e Le Capitaine Arena (J.-P. Pouget). Al Corricolo, resoconto farcito di storie e digressioni dell’impatto con Napoli, apparso come quelle negli anni Quaranta, è dedicato il contributo successivo, di M. Marchetti, che attraverso la rilevazione dei luoghi dell’ironia evidenzia il ruolo e l’uso del topos nella rappresentazione dumasiana di una città carica di luoghi comuni e di cristallizzazioni letterarie. Seguono un lungo saggio del curatore su Dumas e la cucina meridionale, e due contributi su Dumas e le antichità greco-romane nel Mezzogiorno (V. Bruez, M. Autrand). La terza sezione è dedicata a Dumas giornalista, con contributi di G. Cafasso ed E. Sarnataro sull’esperienza de «L’Indipendente», e di T. Goruppi. L’ultima sezione, Romanzo/Storia (con contributi di S. Mombert, A Mansau, M.T. Giaveri), è incentrata sulla mitizzazione della storia napoletana dal 1799 al 1860: una lunga lotta contro la tirannia il cui zenit è rappresentato dall’epopea di un Garibaldi fortemente eroicizzato (e a Garibaldi è dedicato un ulteriore, poderoso settore della produzione dumasiana). Il volume si chiude con un’antologia di articoli da «L’Indipendente», curata da C. Castellani.

Costanza d’Elia