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America Latina, un secolo di storia

Raffaele Nocera, Angelo Trento
Roma, Carocci, 274 pp., € 19,00

Anno di pubblicazione: 2013

volumi di sintesi o storia generale dell’America latina contemporanea, con l’evidente esigenza di colmare una falla anche ai fini delle adozioni nei corsi universitari. In particolare i lavori di Loris Zanatta (Storia dell’America latina contemporanea, Roma-Bari 2010) e Daniele Pompejano (Storia dell’America latina, Milano 2012), pur con taglio e stile differente, hanno offerto delle letture di lungo periodo dei grandi problemi della storia latinoamericana con l’intento di ricollocarla nell’alveo di quella storia contemporanea da cui, a tratti sembrava essere stata marginalizzata (laddove non si era auto-esclusa).
Anche il lavoro di Raffaele Nocera e Angelo Trento, due studiosi esperti, ancorché di generazioni diverse, parte da un presupposto comune, ovvero unire la via della divulgazione alle esigenze didattiche, tanto da definirlo «uno strumento per metterne a fuoco il percorso politico, sociale, economico e culturale, in una prospettiva quanto più possibile d’insieme evitando digressioni e approcci che, pur utili, sarebbero apprezzati solo da un ridotto numero di specialisti» (p. 13).
Proprio da questa definizione emerge però una dicotomia che sembra percorrere tutto il testo. Gli a. infatti rivendicano la scelta di aver inserito poche date e pochi personaggi, per evitare confusioni e favorire il riconoscimento dei fili comuni delle diverse storie nazionali (tendenzialmente piuttosto barocche) ma non inseriscono un apparato di note, che (pur contenute) avrebbero aperto spazi di approfondimento utili proprio ad un pubblico di non esperti. Il volume è suddiviso in sei parti, secondo una periodizzazione che va dal 1910, l’avvio della rivoluzione messicana (identificata con l’irruzione sulla scena delle masse), e si chiude nel 2010, l’anno delle celebrazioni (anche storiografiche) del bicentenario dell’avvio del processo indipendentista nei vicereami coloniali spagnoli. Per rafforzare l’idea unitaria, viene inserito, al termine di ognuno dei capitoli, un paragrafo (a cura di Andrea Pezzè) dedicato alla storia culturale, perlopiù letteraria, della stagione analizzata. La narrazione è snella e felice, e risulta l’equilibrio d’insieme raggiunto tra problemi politici, sociali ed economici, pur tuttavia si sente la mancanza di una riflessione, ancorché breve, sul concetto stesso di America latina contemporanea (genesi, usi e riflessi) e della sua percezione nei diversi immaginari (latini e non). Indubbiamente il volume mette bene in luce i grandi nodi classici: i rapporti con gli Usa nel «secolo americano», l’impatto della guerra fredda, la stagione rivoluzionaria e contro-rivoluzionaria delle doctrinas de seguridad nacional, l’imperfetto equilibrio di poteri…; al contempo presenta in modo intelligente vecchie e nuove categorie politiche (caudillismo, populismo, transizione, democratizzazione imperfetta, perfino il socialismo del XXI secolo…), lasciando forse un po’ troppo sullo sfondo il ruolo della religione e il rapporto spesso travagliato tra élite e popoli alla base di società così composite e pluriculturali.

Massimo De Giuseppe