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Andate in pace. Parroci e parrocchie in Italia dal Concilio di Trento a papa Francesco

Paolo Cozzo
Roma, Carocci, 252 pp., € 21,00

Anno di pubblicazione: 2014

L’a. è ricercatore di storia del cristianesimo e delle Chiese a Torino; nella sua attività – avviata sotto il magistero di Giorgio Cracco – spiccano la robusta monografia dedicata al santuario di Mondovì (Da devozione locale a tempio sabaudo, 2002) e la ricerca sulla «politica religiosa» dei duchi di Savoia in età moderna (2006). In Andate in pace, ampliando le riflessioni nate in connessione con la mostra per il 150° dell’Unità d’Italia Fare gli Italiani (2011), Cozzo parla della figura del parroco in un arco di tempo decisamente lungo, caratterizzato da grandi mutamenti culturali, sociali e politici. Il volume è articolato in nove capitoli dedicati alla Controriforma (i primi quattro), all’età delle riforme settecentesche, alle rivoluzioni e alla Restaurazione, al Risorgimento e alla nascita dello Stato nazionale; le ultime due parti trattano il XX secolo, fino a giungere alla contemporaneità (all’attuale pontefice, citato nel sottotitolo, non è però dedicata una parte specifica).
Il volume può essere segnalato a chi voglia avere una prima e ampia informazione su un tema di notevole importanza per la storia d’Italia; la ricerca è complessivamente ben argomentata e conduce dai progetti delle autorità ecclesiastiche alla realtà dei comportamenti personali, dalle aspettative delle comunità alla capacità del clero di influire sulla vita dei fedeli; ampio spazio è dato al rapporto ambivalente con il potere politico. La parte più interessante è, secondo chi scrive, quella che ha dato avvio alla ricerca: la trattazione dedicata al ruolo del clero – e in special modo del clero più vicino al popolo – nella società italiana dal Risorgimento in poi. Il tono è chiaro e diretto (talvolta persino assertivo). Le sette pagine di orientamenti bibliografici non solo dichiarano le basi della ricerca ma offrono al lettore le vie per ulteriori approfondimenti.
Talvolta la necessità di sintesi costringe l’a. a qualche semplificazione; ad esempio a p. 54 sembra confondere il problema della clandestinità del matrimonio con quello della sua validità. Non sempre Cozzo distingue tra il prete in generale e il parroco in particolare, o tra i diversi livelli dell’impegno nella cura d’anime (parroci, curati e cappellani non hanno la stessa funzione). Le citazioni di testimonianze di carattere letterario sono numerose: talvolta sarebbe stata opportuna più prudenza, considerata ad esempio la carica ideologica di Guareschi o la grande distanza tra il ’600 e l’epoca in cui Manzoni scrisse il suo celebre romanzo. L’apparato iconografico, costituito in buona parte di fotografie tratte dall’archivio diocesano di Pinerolo, sembra poco integrato con la trattazione. Detto questo, l’opera è interessante e costituisce anche un valido bilancio storiografico, particolarmente utile se si tiene conto del fatto che parroci e parrocchie si trovano oggi alla vigilia di una nuova stagione di profondi cambiamenti.

Emanuele Curzel