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Andrea Bocchi e Marco Cini (a cura di) – Gli esuli italiani in Corsica, 1815-1860. Storia, letteratura, linguistica, Atti del Convegno (Pisa, 19 giugno 1999) – 2000

Andrea Bocchi e Marco Cini (a cura di)
Domus Mazziniana, Pisa

Anno di pubblicazione: 2000

Il tema dell’esilio politico durante il Risorgimento – frequentato particolarmente tra le due guerre mondiali, in chiave patriottica e nazionalistica – attende oggi di essere riconsiderato. Se lo studio più ampio sugli esuli italiani in Corsica è ancora un volume del 1938 di Ersilio Michel (prefato da Gioacchino Volpe), spunti e materiali di studio vengono ora anche da questi atti di un convegno recente, che ci introducono al contesto culturale e politico della Corsica ottocentesca, all’attività di patrioti italiani in rapporto con intellettuali e uomini politici corsi, agli echi mitologici ma anche agli interessi letterari e scientifici nati dall’incontro degli esuli con il paesaggio, la storia e la cultura corse. Nell’Ottocento l’isola fu infatti frequente punto di passaggio di fughe dall’Italia verso la Francia, e meta forzata e asilo di patrioti esuli: tra questi, i più celebri, Niccolò Tommaseo e Francesco Domenico Guerrazzi (lo stesso Mazzini vi soggiornò brevemente, progettando una spedizione in Toscana poi abbandonata). Se non fu, come le grandi capitali europee, uno dei centri dell’”Italia fuori d’Italia”, anch’essa poté divenire uno dei “luoghi”, fisici e simbolici, del Risorgimento italiano.
Nel saggio di apertura, Alessandro Volpi traccia un’ampia mappatura di immagini e simboli dell’esilio, interpretato come un’esperienza centrale dell’estetica romantica e della politica dell’Ottocento italiano, soprattutto nella sua interazione con il mondo e la cultura francesi. Al centro dell’analisi sono due periodici italiani (“L’Esule” e l’”Amico del Popolo”) e uno polacco (“Le Polonais”), pubblicati dagli esuli in Francia negli anni trenta dell’Ottocento. Del contesto politico locale si occupa Francis Pomponi, che pur sottolineando la simpatia di attivisti e intellettuali corsi per il Risorgimento italiano, delinea i percorsi di un carbonarismo bonapartista che crede nella “grande nation” francese, e di un carbonarismo insulare e indipendentista, del tutto slegati dalle vicende italiane. All’isola studiata e mitizzata dagli intellettuali italiani e corsi, e alla letteratura folklorica e d’invenzione che essi produssero, sono invece dedicati gli interventi di Marco Cini e, in modo più settoriale (letterario e linguistico), quelli di Emile Pucci, Annalisa Nesi e Jean Chiorboli. Il rapporto di vicinanza/lontananza della Corsica dalle coste italiane (per cui si è in esilio, ma si può ancora contemplare la patria); la presenza di elementi italiani nella lingua corsa, che testimoniano dei suoi stretti rapporti con la penisola; la sua tradizione indipendentista, simboleggiata dal rivoluzionario Pasquale Paoli, alimentarono un repertorio di immagini e situazioni letterarie in autori diversi; ricerche linguistiche e poetiche sulle tradizioni corse (da cui nacquero, ad esempio, i Canti popolari corsi di Tommaseo); romanzi storici come il Pasquale Paoli di Guerrazzi e altri racconti dell’esule livornese.

Simon Levis Sullam