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Andrea Giuntini (a cura di) – Communication and its Lines. Telegraphy in the 19th Century among Economy, Politics and Technology – 2004

Andrea Giuntini (a cura di)
Prato, Istituto di studi storici postali, pp. 317, s.i.p.

Anno di pubblicazione: 2004

Il volume contiene gli atti di un convegno internazionale organizzato nel 2002 dall’Istituto di studi storici postali, l’unico centro in Italia, attivo da oltre vent’anni, specializzato in ricerche storiche relative al sistema postale e telegrafico. Il curatore, Andrea Giuntini, è docente di Storia economica nell’Università di Modena e anche l’attuale direttore del predetto Istituto; i contributi, otto in totale distribuiti in quattro sezioni, vengono presentati sia in inglese che in italiano, scelta meritoria che ne facilita la circolazione nella comunità scientifica internazionale senza penalizzare quella nazionale.
Il libro si apre con un saggio di Angel Calvo, dell’Università di Barcellona, che tramite alcuni indicatori misura, in una prospettiva temporale che copre tutto l’Ottocento, il rapporto tra i livelli di crescita economica di un ampio gruppo di paesi europei e lo sviluppo delle reti di comunicazione telegrafiche e telefoniche. Segue la sezione intitolata Fra Stato e mercato in cui due studiosi britannici, Donard De Cogan e Dominic De Cogan, prendono in esame le tappe che scandiscono, nel corso dell’Ottocento, l’evoluzione del controllo dello Stato nel Regno Unito sulla telegrafia transatlantica; Richard John rende conto, con riferimento agli Stati Uniti degli anni quaranta dell’Ottocento, del serrato dibattito politico che si svolge intorno all’alternativa tra impresa privata e controllo federale delle comunicazioni postali e telegrafiche.
Nella sezione dedicata alla Rivoluzione dei telegrafi, Andrea Giuntini prende in esame una pagina fondamentale del ?dibattito sulla prima globalizzazione e sulla formazione di una prima economia globale alla fine del XIX secolo? (p. 59): la telegrafia sottomarina, con particolare ma non esclusivo riferimento al Mediterraneo. Il contributo di Stefano Baia Curoni e Luca Fantacci, dell’Università ?Bocconi? di Milano, verte invece sul ruolo giocato, tra fine Ottocento e primo Novecento, dallo sviluppo delle tecnologie dell’informazione (telegrafo e telefono) nell’integrazione del mercato borsistico internazionale ed italiano. Pascal Griset, della Sorbona, illustra le tappe dell’introduzione del telegrafo elettrico in Francia, tecnologia d’importazione che stenta notevolmente ad inserirsi nell’ambiente politico e amministrativo del Secondo Impero.
Specificamente sull’Esperienza italiana è invece centrata l’ultima sezione, in cui Giovanni Paoloni, dell’Università della Tuscia, indaga gli aspetti istituzionali del servizio telegrafico nell’Italia postunitaria. Il saggio di Simone Fari, dell’Università di Bari, si concentra sul cambiamento tecnologico della telegrafia italiana nei primi trent’anni successivi all’Unità, mostrandone successi e difficoltà.
Il lavoro testimonia sia dell’ottimo stato di salute della storiografia internazionale sulle telecomunicazioni sia dei progressi compiuti dalla storiografia italiana, che fino a tempi recenti si era assai poco interessata a questo campo d’indagine.

M. Elisabetta Tonizzi