Cerca

Andrea Graziosi – L’Unione sovietica in 209 citazioni – 2006

Andrea Graziosi
Bologna, il Mulino, 201 pp., euro 17,00

Anno di pubblicazione: 2006

Nella stesura di questo «strano libretto» Andrea Graziosi ha utilizzato una formula originalissima e inedita: la storia dell’Unione Sovietica vi viene infatti ricostruita attraverso una serie di citazioni esemplari, che l’autore ha attinto dalla propria vastissima conoscenza dell’argomento. Il «libretto» è nato come prodotto collaterale di una storia complessiva dell’Unione Sovietica a cui Graziosi sta attendendo. L’autore si sarebbe accinto alla sua stesura per prendersi una pausa di ripensamento prima di affrontare la rielaborazione definitiva dell’impegnativo manoscritto e per ripercorrere a volo d’uccello le vicende tragiche trattate più esaurientemente nell’opera maggiore. Si tratterebbe quindi, al tempo stesso, di una digressione e di uno strumento di lavoro. L’esito è quanto mai suggestivo. Anche il lettore non specialista rimane preso dal ritmo della narrazione che si snoda attraverso la documentazione di vicende via via tragiche, paradossali, eroiche, velleitarie o manifestamente criminali. Il volume dà ragione, pur nella sua struttura frammentaria, di alcuni nodi centrali della storia sovietica, illuminandone le cesure principali, comprese quelle meno note al lettore italiano (la destalinizzazione degli anni ’50, l’era Breznev, il collasso finale sotto la presidenza di Gorba?cev, l’ascesa di El’cin). Le sezioni sul comunismo di guerra e sulla collettivizzazione dell’agricoltura danno testimonianza del terribile costo in vite umane dell’esperimento sovietico. La complessità del problema nazionale e delle minoranze etniche emerge, nei suoi diversi aspetti, quasi in ogni sezione del volume, soprattutto per il periodo tra il 1917 e il 1945. Meno scontati sono altri aspetti come le diverse testimonianze sulla valenza positiva della «grande guerra patriottica», nonostante le feroci misure disciplinari adottate contro i soldati, la resistenza sorda dei contadini e di diverse minoranze nazionali contro il potere sovietico, la devastazione indotta su diverse biografie individuali concluse con il suicidio, la relativa stabilizzazione e deradicalizzazione del regime tra la morte di Stalin e la metà degli anni Settanta. I capitoli finali mostrano una potenza mondiale al collasso, in cui la maggior parte delle risorse è inghiottita dal complesso militare-industriale, mentre l’intera società affonda nel degrado, nella corruzione e nella stagnazione di ogni ambito della vita civile. Nell’insieme, il volume rappresenta una panoramica aggiornata, competente ed avvincente sulla storia dell’Unione Sovietica e offre un’introduzione ideale per quel «pubblico colto e interessato» desideroso di accostarsi alla problematica a cui Graziosi si è rivolto nella stesura del volume. Le citazioni, inserite in ordine cronologico, sono integrate da ampie ed esaurienti note di contestualizzazione, i rimandi bibliografici sono ricchissimi e pertinenti, le note biografiche forniscono vivacità e spessore alla narrazione, mentre le ammissioni dell’autore sulle proprie preferenze storiografiche (soprattutto Jakob Burckhardt e Lewis Namier) forniscono una chiave di lettura ulteriore ad un’opera solo apparentemente minore di uno dei nostri massimi storici dell’Unione Sovietica.

Marina Cattaruzza