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Andrea Paoli – ?Salviamo la creatura?. Protezione e difesa delle biblioteche italiane nella Seconda Guerra mondiale – 2003

Andrea Paoli
con contributi di Giorgio De Gregori e Andrea Capaccioni, Roma, Associazione Ita

Anno di pubblicazione: 2003

Il titolo, innanzitutto. Un po’ misterioso. La ?creatura? in questione, da trarre in salvo con materna premura, era il patrimonio librario e documentario della Biblioteca nazionale di Napoli, anzi la sua porzione di maggior pregio, identificata come ?gruppo A? (i codici B e C contrassegnavano il resto della documentazione, il cui salvataggio appariva di impellenza relativa). Si avvicinava allora l’autunno del 1943, conducendo con sé l’arrivo diretto della guerra, l’inasprirsi dei bombardamenti aerei e conseguenze di portata devastante. Tra le tante, questo libro permette di coglierne una, rimasta nel dimenticatoio della nostra storiografia (cosa che, d’altronde, accade per tradizione a tutto quanto attiene alle biblioteche italiane nel loro complesso): l’urgenza di mettere al riparo dalle devastazioni belliche il posseduto di piccole e grandi strutture bibliotecarie della penisola. Ciò andò a buon fine in larga misura, soprattutto grazie all’impegno straordinario di bibliotecari come Guerriera Guerrieri e Luigi De Gregori, l’una soprintendente bibliografica per la Campania e direttrice di un’istituzione, appunto la Nazionale napoletana, tra le principali del sapere europeo; l’altro ispettore per le biblioteche durante il fascismo (sul cui archivio privato, conservato dal figlio Giorgio, si fonda l’intero volume). La frase del titolo, tratta da una lettera di De Gregori alla Guerrieri (p. 49), scritta proprio qualche ora prima dell’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre, è stata presa dall’autore ad emblema del senso civico e della sensibilità culturale dei migliori esponenti di un’intera generazione di bibliotecari italiani, i quali (a dir la verità non imitati in massa da buona parte di direttori, funzionari, soprintendenti che preferirono abbandonare molte delle ?creature? al loro destino di danni materiali agli edifici, distruzioni di volumi, furti di manoscritti e molto d’altro?) riuscirono comunque ad evitare o a limitare la dispersione e la perdita del miglior retaggio della cultura scritta del nostro paese. Operazione altamente meritoria, preparata già da alcuni provvedimenti cautelativi del patrimonio librario, i primi addirittura del 1935 (appunto la ?protezione? preventiva indicata nel sottotitolo, che aveva preceduto la ?difesa?, messa in atto quando ormai il conflitto era entrato dentro le case di ciascuno), a dimostrazione di come, vista alla lente del mondo bibliotecario, la guerra fosse ben più che un’ipotesi e che a farla ci si preparasse davvero già a metà degli anni Trenta, al di là delle dichiarazioni del fascismo e dei successivi contorcimenti nelle non-belligeranze. Operazione meritoria, a loro modo, anche quella dell’autore (che l’ha sviluppata dalla sua tesi in biblioteconomia alla Scuola speciale per archivisti e bibliotecari della ?Sapienza?) e dei due contributori (a proposito, la compresenza di sei mani che lavorano allo stesso volume si rivela qui una scelta che provoca nel lettore non tanto stimoli interpretativi diversificati, quanto una certa dose di confusione).

Enzo Fimiani