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Andrea Riccardi – Pio XII e Alcide De Gasperi. Una storia segreta – 2003

Andrea Riccardi
Roma-Bari, Laterza, pp. 102, euro 5,00

Anno di pubblicazione: 2003

La storia dell’età degasperiana ha un significativo lato nascosto, di cui da tempo si conosce l’esistenza e l’importanza. È noto infatti che molti ambienti ecclesiastici non erano affatto contenti della gestione democristiana della ricostruzione e della linea seguita da De Gasperi, soprattutto dopo la grande vittoria elettorale del 1948 e i sogni di restaurazione di una ?Italia ufficialmente cristiana?. Andrea Riccardi ha dato un ampio contributo nell’individuare e studiare questo problema, fin dal suo libro di ormai vent’anni fa sul ?partito romano?. Ora progressivamente stanno apparendo altri studi e si stanno rivelando nuove fonti, che contribuiscono a porre la questione in modo sempre più affinato. D’altro canto, la persistente indisponibilità della documentazione interna della Santa Sede e la molteplicità degli intrecci tra i protagonisti, rendono ancora difficile muoversi con sicurezza in questo ambito. In particolare, i problemi aperti appaiono di due ordini: in primo luogo il chiarimento dei confini e del peso di questa ?opposizione cattolica? rispetto alla base organizzativa e attiva del mondo cattolico, ma anche rispetto ai vertici, coinvolgendo il problema degli stessi orientamenti pacelliani; in secondo luogo l’esistenza e la forza di una qualche strategia politica alternativa che mirasse a superare il disagio.
Questo ulteriore contributo di Riccardi è costruito attorno alla pubblicazione di due documenti inediti importanti: si tratta dei resoconti stesi da monsignor Pietro Pavan su due incontri che lui stesso ebbe con De Gasperi, nel dicembre del 1951 e nell’agosto del 1952, su mandato diretto di Pio XII. Nel primo, il messo papale poneva con forza la questione della lotta al comunismo (nel cui quadro appariva come un diversivo controproducente la legislazione contro la ricostituzione del partito fascista), comunicava l’allarme per la disoccupazione e le sue conseguenze sociali, rilanciava le classiche rivendicazioni ecclesiali per una legislazione più severa in materia di stampa. Il secondo incontro avvenne in un clima diverso, dopo la vicenda dell’?operazione Sturzo? con le collegate tensioni, ma anche con la vittoria centrista alle amministrative romane, che allontanò i pericoli immediati: vi troviamo De Gasperi resistere alle indicazioni per un apparentamento con i monarchici ed esprimere la sua visione della centralità politica della DC, nel bilanciamento che il centrismo permetteva di fronte al suo composito elettorato e di fronte alla stessa pluralità di orientamenti nel mondo cattolico. I due documenti sono contestualizzati e introdotti con un articolato saggio dell’autore.
Il volume offre quindi un nuovo interessante tassello di conoscenza all’interno di questo complesso problema. In sintesi, ne emerge rafforzata la consapevolezza che le pressioni personali e politiche nei confronti di De Gasperi fossero state pesanti, ma se ne deriva anche ? si potrebbe forse dire ? la prudenza o l’incertezza dei suoi critici di fronte alle sue argomentate resistenze.

Guido Formigoni