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Andrea Scartabellati (a cura di) – Dalle trincee al manicomio. Esperienza bellica e destino di matti e psichiatri nella Grande guerra – 2008

Andrea Scartabellati (a cura di)
Torino, Marco Valerio, 458 pp., euro 24,00

Anno di pubblicazione: 2008

Con un eccesso di enfasi autopromozionale, la quarta di copertina presenta il volume come iniziativa in controtendenza rispetto allo scarso interesse suscitato in Italia dalle tematiche prese in esame. In verità quello del rapporto tra guerra e follia, sia nei suoi aspetti specifici sia nelle sue valenze interpretative generali, è stato oggetto, particolarmente da parte della storiografia italiana, di un’attenzione decisamente rilevante e per certi aspetti pionieristica, risalente al periodo a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso e mai venuta meno, come mostra tra l’altro la voce in argomento comparsa di recente sulla edizione einaudiana della francese Encyclopédie de la Grande guerre.In effetti il volume, grazie a una ricerca sistematica condotta soprattutto da giovani studiosi sulle carte di numerosi ospedali psichiatrici (Cremona, Treviso, Verona, Como, Reggio Emilia) arricchisce la casistica, aggiorna l’informazione bibliografica e sviluppa analiticamente taluni aspetti particolari della questione, offrendo una rassegna di materiali inediti di notevole interesse, ma non contiene nessun elemento originale rispetto a un quadro interpretativo ormai da tempo consolidato e in qualche caso rivisita fonti, come le riviste psichiatriche dell’epoca, già ampiamente utilizzate. L’esame ravvicinato consente tutt’al più di precisare meglio alcuni giudizi: ad esempio quello relativo alla spietata severità degli psichiatri nei confronti dei soldati e alla forza della sovradeterminazione patriottica del loro comportamento, giudizio che risulta attenuato soprattutto con riferimento ai medici operanti negli ospedali dell’interno.Oltre ai saggi sui singoli ospedali l’opera comprende un saggio introduttivo di Bruna Bianchi che traccia un aggiornatissimo panorama critico della storiografia su scala internazionale e altri contributi dedicati ai percorsi della psichiatria, ai profili degli alienisti, all’esperienza di una donna psichiatra e alle donne ricoverate a lei affidate (tra i ritratti delle ricoverate ve ne sono alcuni di grande intensità). Va segnalato inoltre il saggio che passa in rassegna le carte dell’ospedale S. Artemio di Treviso, portando alla luce una quantità di straordinari materiali autografi, di natura soprattutto epistolare, dei ricoverati: esempi di una scrittura lacerata che racconta le pene e la fatica di sopravvivere dei derelitti stritolati dalla disciplina dell’esercito, dalla dimensione totalizzante del conflitto e dai meccanismi della segregazione. In questo senso il volume costituisce una conferma delle scritture di gente comune come fonti di straordinaria pregnanza per la storia dell’esperienza di guerra.

Antonio Gibelli