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Andrea Villa – Dai Lager alla terra promessa. La difficile reintegrazione nella ?nuova Italia? e l’immigrazione verso il Medio Oriente (1945-1948) – 2005

Andrea Villa
Milano, Guerini e Associati, pp. 282, euro 25,00

Anno di pubblicazione: 2005

L’autore, già dedicatosi ai temi della deportazione e del salvataggio degli ebrei nell’Italia occupata dai nazisti, presenta una ricerca volta a misurare nel dopoguerra le conseguenze della campagna razziale. Il libro è composto da quattro capitoli dedicati rispettivamente al ritorno a casa degli ebrei italiani, al recupero dei beni, al reinserimento lavorativo e scolastico, alle migrazioni da Est verso l’Italia dei profughi dei campi di sterminio, all’immigrazione clandestina verso la Palestina. Temi ricostruiti basandosi in larga misura sulla bibliografia secondaria, ma con alcune lacune come il mancato riferimento al libro di I. Pavan, Tra indifferenza e oblio. Le conseguenze economiche delle leggi razziali in Italia 1938-1970 (Le Monnier 2004). La documentazione è costituita soprattutto da memorialistica, interviste e da alcuni sondaggi negli archivi di Stato locali e da più scarni raffronti sulle carte dell’Unione delle Comunità come delle singole comunità ebraiche. Queste ultime sono invero spesso in cattive condizioni, ma l’accesso al peraltro ampio panorama della stampa ebraica italiana del dopoguerra non è affatto difficile. Delle tre principali testate (ma ve ne erano anche molte altre minori), l’autore utilizza pienamente solo il «Bollettino della Comunità israelitica di Milano», mentre presta scarsa attenzione al più importante settimanale «Israel» ? che fu il vero e proprio organo della dirigenza ebraica ? o a «La Voce della Comunità di Roma».
L’autore offre molte notizie interessanti, una serie di storie individuali, di casi peculiari, un’aneddotica ricca e talora anche stimolante, ma i tentativi di dirozzare i dati per giungere a un più articolato quadro storiografico paiono deboli, inseriti in una narrazione sfilacciata che si appoggia alla bibliografia esistente senza apportare novità significative. Ciò fa sì che il testo si articoli in un intercalare di ?come dice Tizio?, ?come ha dimostrato Caio?. Non mancano alcuni spunti interessanti, che nascono da documenti inediti e di una qualche rilevanza sull’atteggiamento delle autorità di polizia verso gli ebrei italiani o verso i profughi di passaggio ? vedi alcune parti del primo e del terzo capitolo. Tuttavia, oltre a una non convincente messa a fuoco dei problemi, una scarsa cura nella fase di editing nuoce gravemente al testo: l’indice dei nomi è inattendibile, mentre i riferimenti bibliografici sono spesso imprecisi. Ad esempio Michele Sarfatti appare erroneamente come curatore dell’Annale Irsifar del 1998 (p. 268), nonché come curatore del secondo quaderno del CDEC intitolato Gli ebrei in Italia durante il fascismo che la nota indica edito nel 1992. Il quaderno era invece uscito nel 1962, a cura di Guido Valabrega; inoltre l’articolo ivi contenuto, e a cui fa riferimento la nota, non è di A. Sapelli, come indica Villa, bensì di A. Scalpelli (p. 28). Queste imprecisioni (esemplari ma nient’affatto uniche) riflettono una fretta che si avverte chiaramente nel corso della lettura.

Guri Schwarz