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Angela Maria Girelli Bocci (a cura di) – L’industria dell’ospitalità a Roma. Secoli XIX-XX – 2006

Angela Maria Girelli Bocci (a cura di)
Padova, Cedam, 577 pp., euro 47,00

Anno di pubblicazione: 2006

Il volume, facendo ricorso a una pluralità di fonti (la guida Monaci, le rilevazioni ISTAT, le statistiche tributarie, i piani regolatori cittadini), ricostruisce l’evoluzione del sistema ricettivo romano dall’epoca liberale agli anni Settanta del Novecento, rompendo un silenzio veramente inspiegabile sulla storia di un importante settore economico, quale quello alberghiero. Il volume, come sottolinea nell’introduzione la stessa curatrice, si pone l’obiettivo di colmare un vuoto, aprendo un nuovo percorso di ricerca, perché nonostante «la vocazione turistica abbia caratterizzato da sempre la città di Roma, fino ad oggi è mancato uno studio che [?] affrontasse i nessi che collegano l’arrivo del viaggiatore con l’economia della città». Proprio per questa ragione i numerosi saggi che ripercorrono l’evoluzione del settore alberghiero nelle diverse epoche storiche (scritti dalla stessa Angela Maria Girelli, da Donatella Strangio, da Marco Teodori, da Francesco Colzi, da Adriana Conti Puorger e da Lidia Scarpelli) non mancano mai di proporre collegamenti con l’andamento generale dell’economia della città e con lo sviluppo urbanistico. Per la stessa ragione il volume accoglie il saggio di Cinzia Capalbo sul mercato dell’abbigliamento e i suoi molteplici legami con il turismo sia in termini di indotto economico sia di proiezione di una nuova immagine cittadina incentrata su glamour e fashion. La realizzazione di un sistema ricettivo di qualità procedette parallelamente alla costruzione di una nuova identità urbana: processo lungo e complesso che portò Roma a riconoscersi come capitale politica, nonché culturale e religiosa, in opposizione a Milano che, invece, stava affermandosi come il cuore economico del nuovo Stato italiano: non a caso le due città si contesero a lungo il primato relativo alla capacità di attirare visitatori, affiancate dapprima da Napoli e nella seconda metà del Novecento da Firenze. Nel complesso emerge l’immagine di una hotellerie che non si pone mai alla guida del processo di rinnovamento e di espansione urbana, ma che tuttavia riesce a seguirlo e ad accompagnarlo. Gli investimenti nel settore alberghiero sono strettamente legati alla pianificazione e allo sviluppo urbanistico della capitale: il periodo più importante è l’epoca che va dalla proclamazione di Roma capitale alla prima guerra mondiale, quando si registra un continuo aumento del numero degli alberghi e quando con l’inaugurazione del Quirinale nel 1874, fa la comparsa la grande hotellerie di lusso, che però non raggiungerà mai i livelli e i fasti di quella parigina. Infine, la seconda e ultima parte del volume offre un’interessante prospettiva sul versante della domanda, con tre saggi dedicati ai viaggiatori stranieri: Rosa Vaccaro analizza la presenza spagnola a Roma nel lungo periodo, Silvia Strippoli ricostruisce quella tedesca nel 1400 e, infine, Rita Salvi, Alessandra Pontesilli e Judith Turnbull propongono un’analisi sociolinguistica di quella inglese. Interessante è anche la cartografia che accompagna il volume, ricca di 19 piantine che ricostruiscono la mappa delle strutture alberghiere cittadine nei diversi decenni.

Patrizia Battilani