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Angelica Zucconi – Napoleona. L’avventurosa storia di una nipote dell’Imperatore, – 2008

Angelica Zucconi
Roma, Viella, 216 pp., euro 22,00

Anno di pubblicazione: 2008

Specialista dell’età napoleonica, con questa biografia Zucconi aggiunge un tassello prezioso, non solo per la conoscenza del mondo italo-francese radunato attorno al generale corso. Sulla base di una copiosa documentazione italiana e parigina, l’a. riesce a restituire una pagina importante di una fase di transizione che doveva segnare profondamente il rapporto tra le donne delle élites e la politica. Al centro è la figura di Elise Napoléon, figlia di Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone Bonaparte e dal 1805 energica governatrice della Toscana. Della madre Elisa, Napoleona ereditò l’autonomia e una tenacia a tutta prova, e soprattutto una attitudine al comando che negli anni della maturità doveva procurarle non pochi problemi. Non bella e parecchio somigliante all’illustre parente, fin dall’infanzia dimostrò un carattere difficile, riottoso all’educazione e alla disciplina, assai poco rispondente ai canoni ideali della femminilità, e questo nonostante che per la sua formazione fosse stata scomodata, assieme a rigorose governanti, pure Mme de Genlis. La consapevolezza di appartenere a una famiglia che per oltre un decennio aveva regolato la vita politica della Francia e dell’ euro pa intera, si trasformò nel tempo nell’assunzione di una vera e propria «missione». Dei Bonaparte della «seconda generazione», costantemente tenuti d’occhio dalle polizie della Restaurazione, Napoleona condivise le turbolente vicende pubbliche e i ripetuti alterchi privati, conservando – questo uno dei dati più interessanti – una ferrea autonomia di giudizio su tutte le questioni e gli eventi fondamentali degli anni ’20 e ’30. Il colpo di Stato del 2 dicembre fu ai suoi occhi il compimento di un destino di grandezza, che dopo una lunga stagione di dolori e fallimenti tornava a illuminare l’orizzonte dei Bonaparte. Diversamente da altre donne della famiglia, Napoleona – che nel 1851 aveva recuperato il titolo di principessa e le rendite sequestrate all’indomani dei Cento Giorni – non amò la vita della capitale. Coinvolta fin dalla più tenera età in fughe, esili, contese e difficoltà patrimoniali, concluse la sua esistenza nelle vesti di agiata «vassalla»: si insediò nel cuore di quella Bretagna che mal sopportava il dominio di Napoléon le Petit, e assunse le vesti dell’imprenditrice agraria e dell’educatrice popolare. Avvezza alle imprese rischiose, l’ultima che riuscì a condurre in porto fu la «conversione» di parte della comunità rurale del Morbilhan alle parole d’ordine della modernizzazione bonapartista.La vicenda di Napoleona (che, dopo un pluridecennale silenzio, negli ultimi anni è stata «riscoperta» pure dalla storiografia francese) è ricostruita da Zucconi attraverso una narrazione assai piacevole, adatta a farsi apprezzare da un pubblico di non specialisti. Ciò che più pare apprezzabile, è la capacità dell’a. di intrecciare la narrazione événementielle con la descrizione esaustiva dei protagonisti, sia per quanto concerne il profilo politico che per la sfera morale e psicologica, e con l’illustrazione dei passaggi salienti – storici, politici, ma anche culturali – che fanno da sfondo alla vita di questa «donna d’eccezione» del XIX secolo.

Maria Pia Casalena