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Angelo Bassani (a cura di) – La chimica e le tecnologie chimiche nel Veneto dell’Ottocento – 2001

Angelo Bassani (a cura di)
Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, pp. 513, euro 56,81

Anno di pubblicazione: 2001

Il volume raccoglie gli atti del settimo seminario di storia delle scienze e delle tecniche nell’Ottocento veneto tenutosi a Venezia nel 1988. I diciannove contributi riguardano da un lato le tradizioni di ricerca nel campo della chimica e dall’altro esempi di produzione in ambito veneto. Appartengono al primo filone il saggio introduttivo di Cerruti (Concordia discors. I chimici italiani dell’Ottocento tra politica e scienza), quelli di Angelo Bassani (La ricerca chimica nell’Università e nell’Istituto Veneto), di Marco Ciardi (La chimica nelle riunioni degli scienziati italiani di Padova -1842- e Venezia -1847-: tradizioni di ricerca a confronto) e di Ettore Curi (Splendore e decadenza della chimica a Verona) ed altri otto dedicati a esperienze locali, come Verona, Venezia e Padova o a comunità più ristrette come i farmacisti e i medici. Da segnalare tra i primi il saggio di Cerruti, che studia le scuole di chimica italiane dell’800 nel loro rapporto con le istituzioni tra 1814 e 1906, l’anno del sesto Congresso Internazionale di chimica applicata. Proprio attorno ai Congressi, nazionali ed internazionali, Cerruti sviluppa le sue conclusioni sul rapporto tra la disciplina e le istituzioni che vanno ad di là della chimica medesima per investire i tratti culturali generali del rapporto tra discipline scientifiche e la loro organizzazione accademica. In primo luogo ?la difficoltà di stabilire scuole singole università in cui non vi sia solo la successione canonica da un maestro isolato ad un singolo allievo prediletto, scelto ? si fa per dire ? con modalità casalinghe? (p. 71); in secondo luogo ?il principale aspetto secondo il quale possiamo parlare di comunità nazionale dei chimici è quello meramente accademico, con la consegna ad un pugno di ordinari del magro potere di decidere qualche cooptazione?(p. 72). Un secondo gruppo di contributi riguarda il campo della innovazione chimica applicata, come nei saggi di Tullio Toninato sulla innovazione nelle materie prime del vetro muranese; di Virgilio Giordani sulla corrosione delle carene nell’arsenale di Venezia; di Giuseppe Cappellieri e di Bruno Polese, rispettivamente sulla evoluzione delle tecnologie chimiche in ambito vitivinicolo e della cereria di Mira. Un terzo gruppo, più ristretto, considera lo sviluppo della chimica in rapporto al contesto storico e sociale: i saggi di Giorgio Roverato sull’acquedotto di Padova, di Raffaello Vergani sull’industria dell’acido solforico e di Emilio Franzina su quella dei fertilizzanti. Quest’ultimo ricostruisce le nascita della industria dei fertilizzanti fra la metà e la fine dell’Ottocento all’incrocio tra preesistenti attività montanistiche e minerarie e la modernizzazione agricola regionale. Franzina sottolinea in particolare il carattere in gran parte autoctono del processo e la sua importanza modernizzatrice sul territorio e la società anche di fronte ai fallimenti o agli episodi di concentrazione a cui andò incontro agli inizi del ‘900, quando la ?Società Veneta concimi e prodotti Chimici? venne assorbita dalla Montecatini sotto l’egida del Credito Italiano.

Renato Giannetti