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Angelo Bendotti, Eugenia Valtulina (a cura di) – La memoria del lavoro – 2003

Angelo Bendotti, Eugenia Valtulina (a cura di)
Bergamo, CGIL ? Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età co

Anno di pubblicazione: 2003

Il volume raccoglie gli atti del convegno La memoria del lavoro (Bergamo, 2001) i cui interventi, nella maggior parte dei casi, assumevano la ?memoria dei lavoratori come fonte assolutamente primaria per comprendere lo sviluppo della società italiana contemporanea, che ha avuto [?] nel lavoro industriale una delle sue caratteristiche più rilevanti? (p. 5).
I saggi, com’è nella natura di una raccolta di atti, toccano molti temi con profondità ed esiti diseguali. Si va dalla veloce ma ricca panoramica di L. Lanzardo su Fonti orali e storia della classe operaia, che copre gli studi dagli anni ’50 ad oggi, all’analisi di alcuni casi specifici (Valtulina sul Militante della CGIL di Bergamo; R. Pesenti sulle Sindacaliste della Camera del Lavoro di Bergamo; C. Chinello sugli Operai metalmeccanici veneti FIOM, di ieri e di oggi; R. Cucchini sulle lavoratrici di un’industra tessile). Vi sono alcuni rapidi sguardi al fenomeno migratorio, di cui è privilegiata la memoria operaia (gli interventi di P. Brunello e A. Casellato), e interessanti aperture sulla storia dei ?tecnici? (F. Ricciardi) e sulla memoria degli imprenditori (C. Lussana), strade non ancora interamente percorse sul versante della storia del lavoro. Altri spunti per approcci originali a questo ambito di ricerca vengono dall’analisi del Tempo libero nel tempo di lavoro (G. Petrillo) e dalla felice contaminazione con ambiti diversi (N. Eynard sulla Memoria del lavoro nelle fabbriche dismesse e U. Lucas sulla fotografia militante).
Gli interventi confermano alcuni elementi già noti, fornendo però un’utile indagine su scala provinciale: alcuni spunti, purtroppo non approfonditi, meritano di essere sottolineati.
Nell’analizzare la vicenda delle militanti sindacali Pesenti mette in luce una divergenza fra il mondo ufficiale e pubblico, dove le donne si pongono su un piano di parità, e quello delle relazioni private e informali che, nel sindacato, è completamente ?dominato dagli uomini? (p. 55): le donne sono così spinte a ritagliarsi spazi di azione periferici, e la loro vicenda, come conferma anche il saggio di Cucchini, appare separata e al margine del mondo operaio e sindacale.
L’altro elemento da evidenziare è quella ?profonda divaricazione fra la coscienza, e anche il vissuto estremamente capace di autorevolezza e di egemonia, del movimento operaio nei luoghi di lavoro e la sua debolezza nel territorio? (pp. 60-61). È un caso richiamato da M.G. Meriggi a proposito della FIOM di Dalmine: nonostante la forte rappresentanza sindacale di sinistra, il comportamento operaio, privato e lavorativo, subisce l’influenza della ?zona bianca? dov’è situata l’azienda; e tuttavia nel volume è difficile rintracciare la memoria degli operai cattolici. C’è dunque il limite, comune a molti studi sul movimento operaio, di raccontare una memoria plasmata soprattutto su quella di operai specializzati, metalmeccanici e comunisti: un punto di vista che ha impedito di capire le trasformazioni del lavoro e che ha finito per marginalizzare, in anni recenti, gli studi sulla memoria del lavoro.

Andrea Sangiovanni