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Angelo Guerraggio, Giovanni Paoloni – Vito Volterra – 2008

Angelo Guerraggio, Giovanni Paoloni
Roma, Franco Muzzio Editore, 243 pp., euro 18,00

Anno di pubblicazione: 2008

Gli aa. ripercorrono le vicende personali e politiche, ma soprattutto scientifiche del celebre matematico dalla nascita fino agli ultimi suoi giorni. Le ristrettezze familiari, gli aiuti e i sostegni ricevuti, gli studi matematici condotti alla Scuola Normale di Pisa, il raggiungimento della cattedra ancora ventitreenne, la vita accademica e quella pubblica, i riconoscimenti e le numerose attività intraprese, la costruzione del Cnr, la presidenza dei Lincei, la vita nel fascismo e le due cesure del mancato giuramento e delle leggi antiebraiche si snodano ordinatamente nelle pagine del libro, secondo una scansione rigorosamente cronologica. La biografia personale di Vito Volterra è, per così dire, letteralmente incastonata nella storia più generale dell’Italia con particolare attenzione al periodo tra le due guerre. I riferimenti alla storia di quegli anni rimangono, però, troppo scolastici se il loro obbiettivo è quello di dare spessore al racconto; se poi servono solo a mantenere ordinata la narrazione tanto valeva ricorrere alle semplici date. Largo spazio, in specie nella prima e nell’ultima parte del lavoro, è dedicato al contributo di Volterra alla ricerca scientifica, ma qualche, forse inevitabile, tecnicismo rende qua e là difficile mantenere il filo della lettura e impedisce, per altro, una migliore comprensione del Volterra matematico. La abbondante letteratura su Volterra autorizzava ad aspettarsi qualcosa di più da questo contributo tanto sul piano della documentazione, quanto su quello dell’approfondimento di almeno uno dei tanti momenti della vita pubblica e scientifica di Volterra. Non è chiaro, ad esempio, come Volterra passi da un distacco verso la politica a un impegno più aperto negli anni della sua presidenza del Cnr o come si vada ridefinendo nel corso della sua esperienza il moderato conservatorismo monarchico degli anni giovanili. Il rifiuto del giuramento di fedeltà al fascismo, elemento che certo ha più di ogni altro contribuito alla notorietà di Volterra anche al di fuori degli specialisti di storia della scienza, avrebbe forse meritato maggiore attenzione. Del rifiuto del giuramento andavano forse approfondite le ragioni pubbliche e quelle più intime impedendo la tentazione di ipotizzare che l’età quasi da pensione di Volterra rendesse più facile la decisione. Era legittimo, insomma, aspettarsi uno scavo più profondo della figura e perchè no della personalità di Volterra. Certo è buona abitudine valutare un libro per quello che contiene e non per quello che manca, ma in questo caso è difficile resistere alla tentazione di chiedere ragione del disinteresse per il Volterra maestro, il Volterra docente. Di qualche altro aspetto che avrebbe potuto meglio chiarire la natura di Volterra politico della cultura si dà conto solo parzialmente. Del caso della preparazione dell’Enciclopedia nazionale per la Fondazione Leonardo non sono chiari tutti gli aspetti e in particolare i rapporti che Volterra intrattiene con Gentile. L’ondata antitedesca nel primo dopoguerra, di cui Volterra partecipa fino in fondo, trova nel libro solo pochi riferimenti, mentre invece avrebbe potuto suggerire più di una riflessione. Dispiace, ma è una occasione mancata.

Giovanni Montroni