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Angelo Varni e Guido Melis (a cura di) – Il lavoro pubblico in Europa – 2001

Angelo Varni e Guido Melis (a cura di)
Torino, Rosenberg & Sellier, pp. 173, euro 14,46

Anno di pubblicazione: 2001

Questo volume nasce all’interno del Centro di documentazione per la storia del lavoro di Imola e si propone di avviare una comparazione tra la storia della pubblica amministrazione in Italia e quella di altri paesi europei. Una comparazione finora in gran parte assente nella storiografia italiana, come rileva nella sua breve Introduzione Guido Melis, e benvenuta soprattutto oggi che l’allargarsi dei campi d’azione dell’Unione europea e la circolazione delle persone all’interno dei paesi comunitari impongono una inevitabile e necessaria armonizzazione della pubblica amministrazione, delle sue pratiche, dei meccanismi di formazione di funzionari e impiegati, del reclutamento nel pubblico impiego, ecc. Il volume, che raccoglie dieci contributi, presenta una serie di casi nazionali attraverso tre diverse tipologie di interventi. Il primo gruppo è quello dei saggi relativi a casi nazionali che offrono un quadro sintetico delle ricerche e delle tendenze della storiografia amministrativista e si prestano più direttamente alla comparazione anche perché prendono come sfondo una cronologia ampia che copre il periodo che va dalla metà del XIX alla fine del XX secolo. A questo primo gruppo appartengono il contributo di Guido Melis sull’Italia che oltre a proporre lo stato dell’arte della ricerca sul lavoro pubblico in Italia indica un’agenda delle cose da fare, quello di Valerie Cromwell sulla Gran Bretagna dagli anni ’40 dell’800 a oggi, quello di Bernd Wunder sulla Germania, quello di Nico Randeraad e Dirk Jan Wolffram sui Paesi Bassi. Un secondo gruppo di saggi affronta invece temi e questioni più specifiche adottando, inevitabilmente, cronologie più ristrette. A questo secondo gruppo si possono ascrivere gli interventi di Vida Azimi, che ricostruisce, da un punto di vista essenzialmente giuridico, il dibattito sullo ?Statuto della pubblica amministrazione? nella Francia del XX secolo; di Marc Olivier Baruch sulla riorganizzazione della pubblica amministrazione nel quadriennio della Repubblica di Vichy; e di Gàbor Benedek che mette a confronto burocrazia centrale e burocrazia periferica nell’Ungheria degli anni compresi tra il 1867 e il 1918. Il terzo gruppo di saggi riguarda infine l’Italia. Marina Giannetto, Giovanna Tosatti e Federico Lucarini si occupano in tre diversi contributi di verificare e analizzare la circolazione e la ricezione in Italia di modelli stranieri oltre che del dibattito su questi modelli. Dal confronto tra i vari casi nazionali emergono naturalmente differenze e somiglianze, peculiarità nazionali e fenomeni comuni, ma in realtà il volume più che una vera e propria comparazione propone un’agenda per una storia della pubblica amministrazione in Europa ancora tutta da scrivere e che non potrà non incrociarsi, magari rilanciandoli, con quegli studi di storia sociale del pubblico impiego che fin qui hanno scarsamente dialogato con la storia amministrativa.

Daniela Luigia Caglioti