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Anna Baldinetti, Armando Pitassio (a cura di) – Dopo l’Impero Ottomano. Stati-nazione e comunità religiose – 2006

Anna Baldinetti, Armando Pitassio (a cura di)
Soveria Mannelli, Rubbettino, 245 pp., euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2006

È una storia di innamoramenti e disamoramenti, di opportunismi e convergenze temporanee, quella tra Stato-nazione e religione raccontata in questo volume, dedicato ai paesi post-ottomani. Si tratta di affrontare ciò che dalle storiografie chiamate in causa è in genere trascurato o, ancor peggio, risolto semplicisticamente, soprattutto per quanto riguarda l’interpretazione «cesaropapistica» del rapporto tra Stato e Chiese ortodosse. Al contrario, i contributi di questo volume hanno il pregio di spiegare tutta la complessità della tematica, con utili inquadramenti generali (Islam e Stato, D. Bredi) e di più lungo periodo (caso bulgaro, A. Pitassio; caso libico, A. Baldinetti; caso romeno, E. Costantini), o attraverso efficaci approfondimenti (nascita Stato greco e autocefalia, F. Guida; Bulgaria interbellica, G. Brucciani). È giocoforza intrecciare fra di loro le vicende di istituzioni statuali, ecclesiastiche e culturali, legando a tratti la riflessione più alla questione nazionale (Serbia, R. Schoenfeld; Egitto, I. Gershoni), a figure intellettuali specifiche (gli ulama tra Siria e Libano, A. Pellitteri), o alla questione delle minoranze (e delle fondazione pie: Turchia, P. Dumont).Meglio non dare per scontato che l’islam stia al cuore della genesi delle moderne identità nazionali nello spazio tra Algeria e Turchia, perché così si trascurerebbe il centralissimo ruolo avuto non solo dal laicizzante kemalismo ? tuttavia disponibile anch’esso a scendere a compromessi con la tradizione religiosa ?, ma anche dalla crescente turchizzazione dell’Impero Ottomano e, soprattutto, dalle esperienze coloniali. Similmente, meglio accantonare quegli approcci che intendono gli Stati balcanici e le rispettive Chiese ortodosse o amici per la pelle o nemici sostanziali. Piuttosto, nella tensione tra politico e religioso, tra laico liberalismo e tradizionali «sinfonie dei poteri» in ambito ortodosso, tra ideologia nazionale e classiche categorie di pensiero dell’umma, ha luogo una serie di «matrimoni di interesse» (Pitassio, p. 145) che si alternano a divorzi, coppie di fatto a separazioni, convivenze a liti. Una coperta sempre troppo corta quella della nazione, tanto più se a contendersela sono in due, lo Stato e la Chiesa. Ma al di là della dialettica tra questi due soggetti, emerge di frequente la loro reciproca, benché parziale, compenetrazione. Così che ci si potrebbe avvalere ora di queste ricerche per proseguire la riflessione e spingersi oltre sul terreno delle «religioni politiche» e della sacralizzazione della nazione. È comunque un basso continuo già presente e che si avverte, più o meno implicitamente, un po’ in tutti i saggi.Dev’essere stato un bel convegno, quello da cui è derivato questo bel libro. Che permette un viaggio di ampio respiro attraverso quella famiglia allargata qual era l’Impero Ottomano e di osservarne la dissoluzione, in famiglie non proprio nucleari, caratterizzate, eccetto qualche momento felice, non proprio dalla quiete domestica.

Stefano Petrungaro