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Anna Guarducci (a cura di) – Orbetello e l’identità della Maremma ?800-?900 – 2003

Anna Guarducci (a cura di)
Firenze, Centro Editoriale Toscano, pp. 289, euro 19,00

Anno di pubblicazione: 2003

Oltre a recare un contributo alla storia di Orbetello, la cui identità resta legata alle acque della sua laguna, il volume ci presenta la complessità economica e territoriale della Maremma, che ormai non è più quella ?amara? di una volta, ma che non si è neppure trasformata nella classica immagine della Toscana delle città e dei distretti industriali, seguendo invece un itinerario che è andato dall’agricoltura ai servizi passando per l’industria pesante.
Il volume raccoglie una quindicina di contributi, non tutti omogenei nell’impostazione, ma che hanno il merito di focalizzare l’attenzione su un periodo cruciale della grande trasformazione maremmana: quello tra l’800 e il ?900. Dopo un precedente lavoro curato dalla Guarducci su Orbetello e i Presidios (stesso editore, 2000), esso va ad arricchire la non trascurabile, ma ancora frammentata storiografia sulla Maremma. In effetti il libro non riguarda solo Orbetello, a cui sono comunque dedicati i contributi della parte finale (M. Degli Innocenti, G. Damiani, E. Graziani, I. Baldi La Banca), ma richiama i caratteri di fondo della Maremma e l’originalità dell’itinerario di sviluppo di questo sistema territoriale della Toscana: una ?terza Toscana? a cui si rifanno Z. Ciuffoletti e L. Rombai nel saggio introduttivo e che si distingue da un lato dalla Toscana appenninica, dall’altro dalla classica ?Toscana di mezzo? delle città e dei poderi mezzadrili; una distinzione riflessa sui caratteri e l’identità sociale, come mostra il contributo di D. Barsanti sulla rappresentazione dei maremmani nelle relazioni granducali e dei vicari regi.
Ad eccezione di pochi contributi (D. Barsanti, R. Giannetti e E. Conti, M. Degli Innocenti, G. Damiani), volti a ricostruire temi cruciali dello sviluppo locale (la bonifica, l’economia, la laguna, la pesca), gli altri autori ricorrono soprattutto alla ricca e insidiosa sfera della percezione per dare il senso forte e inequivocabile della trasformazione del territorio e della società locale. Questa impostazione, molto ben riuscita nel saggio di Anna Guarducci sul paesaggio maremmano nella letteratura di viaggio e nelle guide turistiche, costituisce al tempo stesso il pregio e il limite del libro, nel senso che ne fa un testo di buona lettura, ricco di memorie e testimonianze, ma ne riduce anche la portata critica, riproponendo talvolta meccanicamente sul piano storiografico i vecchi e usati motivi: le colpe dei Medici, i meriti dei Lorena, la Maremma malata, ecc.
Attraverso le pagine di scrittori (su tutti il primo Cassola e le penetranti intuizioni di Bianciardi) o i film di ambiente maremmano, negli interventi di M.G. Parri, J. Soldateschi e S. Bernardi Grosseto e la Maremma sono portati alla ribalta nel loro connotato di terra di frontiera, ma anche come chance della provincia italiana di giocare un ruolo nel miracolo italiano. Completano il volume gli scritti di R. Mugnai sulla Società storica maremmana e quelli di B. Salotti e R. Belcari sui fondi documentari della Mairie francese e dell’Ingegnere del Circondario conservati nell’Archivio comunale di Orbetello.

Rossano Pazzagli