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Anna Tonelli – Politica e amore. Storia dell’educazione ai sentimenti nell’Italia contemporanea – 2003

Anna Tonelli
Bologna, Il Mulino, pp. 334, euro 22,00

Anno di pubblicazione: 2003

Questo lavoro si inserisce nell’importante filone di ricerca interessato a una storia politica che non espunga le passioni, i sentimenti, il corpo, i comportamenti sessuali, terreni giudicati a lungo marginali, ma su cui partiti e organizzazioni di massa non hanno mancato di intervenire per plasmarli e per adeguarli ai propri obiettivi.
Studiosa di culture popolari, Anna Tonelli prende in considerazione la pedagogia dell’Azione Cattolica, del PCI, del PSI, analizzandole separatamente, la prima negli anni Quaranta, le altre due dalle origini agli anni Settanta-Ottanta di Berlinguer e dell’?edonismo? socialista. Il patrimonio di fonti comprende, oltre ai dibattiti ufficiali nei partiti e in Parlamento, un pulviscolo di testi cosiddetti minori, catechismi socialisti ottocenteschi, manuali di comportamento, narrativa cattolica per signorine per bene, stampa, memorialistica.
È soprattutto grazie a questi materiali che l’autrice può arricchire storie note come l’annullamento del matrimonio Noce-Longo, illustrato attraverso i documenti del Tribunale di San Marino, e aggiungere nuovi tasselli e scorci a un quadro in parte già delineato per quanto riguarda i valori guida e gli ambiti di convergenza e competizione fra laici e cattolici. Mentre disegna percorsi meno lineari di quanto comunemente si pensi, ma quasi sempre dominati dall’ansia di controllare e disciplinare, Politica e amore fa emergere aspetti rilevanti: dalle differenze di contenuti e linguaggi a seconda delle fasi e dei media usati ad alcune tensioni fra la linea dei vertici e gli orientamenti popolari, in certi casi più tolleranti, in altri più retrivi; dall’affiorare di un modello femminile meno passivo nei cattolici «Taccuini della giovane» all’impegno di «Noi Donne» a mediare fra le esigenze dell’ortodossia e quelle dell’amore ? come quando si dichiara lecito il matrimonio con persone di fede politica opposta, purché non si rinunci alla propria.
Netta l’impronta di genere delle tre pedagogie, particolarmente rigide e punitive verso le donne, e non solo perché è la loro moralità a essere da sempre sotto esame. In particolare nel secondo dopoguerra, ci si rende conto che le donne sono al centro di una costellazione tumultuosa di bisogni, desideri, speranze, possibilità, e che non basta stigmatizzare atteggiamenti o addirittura tipi di lavoratrici ? per i cattolici praticamente tutte, eccetto le contadine. L’obiettivo diventa allora costruire una buona modernità, sforzandosi di contrastare, con strumenti a volte chiaramente imitativi, la cattiva modernità di fotoromanzi, collane rosa, cinema, scomposti balli ?americani?.
Centrato sul binomio etica-politica, il lavoro di Tonelli si colloca all’incrocio di più storie: dell’educazione femminile, delle forme di militanza, del modo in cui le sinistre (e i cattolici ? peccato che il ridotto arco temporale ostacoli la comparazione) guardano ai mutamenti sociali. Infine ma non da ultimo, fa riflettere sul rapporto che le tre maggiori forze politiche hanno intrattenuto per decenni con le ?masse popolari? ? cui si era pronti a dare molto o tutto, tranne fiducia.

Anna Bravo