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Annarosa Bartolini, Emanuela Malvezzi (a cura di) – Gli ultimi testimoni. Storie e ricordi degli internati militari nei lager nazisti – 2009

Annarosa Bartolini, Emanuela Malvezzi (a cura di)
Firenze, Polistampa, 238 pp., Euro 16,00

Anno di pubblicazione: 2009

Maurice Halbwachs scrisse ne La memoria collettiva, edito postumo nel 1950, che «la storia non comincia che [?] nel momento in cui la memoria sociale si estingue» (Milano, Unicopli, 1987, p. 88). L’avantesto de Gli ultimi testimoni lo ribadisce dedicando la pubblicazione alla memoria di alcuni uomini che contribuirono ad animarla con i loro ricordi. Nel 2006 l’Amministrazione comunale di Piombino, con il compimento dell’attività dell’Anei locale, promosse infatti un’iniziativa di raccolta di testimonianze degli ultimi iscritti all’associazione. L’opera, curata da una studiosa della memoria orale della città e dalla responsabile dell’Archivio comunale, raccoglie dunque otto interviste ad altrettanti ex internati militari o civili nel Reich tedesco, una testimonianza scritta e due diari riprodotti integralmente.Il libro – elegante edizione corredata di documenti di guerra e di recenti ritratti fotografici – viene definito un «catalogo» (p. 17) che, per l’esiguo numero di testimonianze, non si presta a un racconto corale come proposto da altre raccolte del genere, né è in grado di scongiurare il limite che la carta stampata impone alla trasmissione orale: pause, toni e umori trapassano appena le pagine. Tuttavia, l’intento di consegnare alla cittadinanza un’opera di conservazione attenta può dirsi compiuto.Nella sua costruzione eterogenea e articolata, emergono anche i limiti del rapporto complesso con le fonti orali e con la vicenda dell’internamento militare durante la seconda guerra mondiale. Come introduzione storica, un’ottima sintesi di Paolo Pezzino, quindi una sensibile analisi dell’approccio del ricercatore alle testimonianze degli eventi; più difficile si mostra il superamento dello scoglio del rapporto critico e divulgativo con le fonti stesse. Nel capitolo Raccontare la Storia, le curatrici ripercorrono le fasi più significative della vicenda degli Imi, cercando di affidarsi alle impressioni dei testimoni. Una trama tanto sottile cerca eccessiva conferma nei riferimenti che la letteratura più nota sa fornire. I ricordi di Calzolari, Baldocchi o Mazzarri, tra i più citati, finiscono surclassati dall’inesauribile suggestione dei ricordi di Primo Levi, che visse una prigionia non del tutto paragonabile, ma anche di Del Buono, Alvaro o Pavese. Meriterebbero più spazio ed altra evidenza grafica questi ultimi testimoni.Interessante il repertorio delle interviste: se ne deduce il questionario di riferimento adattato alle esigenze individuali e si conferma la consapevolezza di quanto sia impegnativo interagire con la memoria della gente, a volte strutturata a volte reticente. Per lo studioso, il caso di Sergio Baffigi, autore di un diario e protagonista di un’intervista, risulta particolarmente prezioso: l’intervistatrice insegue infatti la trama scritta per entrare in quella viva e parlante. Si sottolinea così la distanza che le sollecitazioni presenti possono produrre sui significati affermati in altro tempo. Positiva è la riproduzione di pagine originali del diario; a rischio, tuttavia, di una analisi filologica che, impietosa, nota segni o errori non registrati.

Erika Lorenzon