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Annunziata Berrino – Storia del turismo in Italia – 2011

Annunziata Berrino
Bologna, il Mulino, 336 pp., Euro 23,00

Anno di pubblicazione: 2011

La storia del turismo è un caso interessante di un ambito della ricerca storica creato quasi dal nulla nell’arco di un breve periodo. Ancora intorno alla svolta del millennio questo filone era sostanzialmente assente nel panorama della ricerca. Non si trattava di scarso interesse per questa attività umana in sé, dal momento che il turismo ha evidentemente svolto un ruolo fondamentale nel modellare il mondo globale, e anzi è difficile trovare un’attività che meglio simboleggi quella mobilità – di persone, merci e informazioni – che siamo soliti associare al mondo globale. Semmai pesava una carenza di «legittimità», nel senso che il tema, come altri ambiti della storia sociale, appariva troppo futile e leggero per poter interessare gli studiosi più seri. Poi lentamente il quadro ha cominciato a mutare. Alcuni studiosi – John Walton in Gran Bretagna, Laurent Tissot in Svizzera – hanno cominciato a produrre ricerche ben fondate, rivelando le potenzialità inesplorate di quest’ambito di ricerca. La fondazione del «Journal of TourismHistory» nel 2009 può essere considerata una tappa fondamentale in questo percorso.In Italia, paese che al turismo ha legato una parte importante del suo percorso nella modernità, al lavoro dei primi precursori, soprattutto la storica dell’economia Patrizia Battilani, cui si deve il fondativoVacanze di pochi, vacanze di tutti. L’evoluzione del turismo europeo (Bologna, il Mulino, 2009), si sono a poco a poco affiancati altri studiosi. Tale premessa era necessaria per collocare questa sintesi proposta da Annunziata Berrino, che trova la sua novità e il suo valore appunto soprattutto (ma certo non esclusivamente) nell’essere una prima sistemazione di quanto sappiamo della storia del turismo nazionale.Cominciamo dai limiti del libro, anche solo per dire subito che sono poi quelli inevitabili di chi per primo si misura con un nuovo ambito. C’è per esempio qualche problema di proporzioni delle parti, se a p. 200 ancora ci si aggira nei primi decenni del XX secolo. Similmente alcuni aspetti sono maggiormente considerati e raccontati, circostanza che chiama in causa inevitabilmente anche le competenze specifiche e il percorso di studi dell’a., che per esempio conosce e padroneggia particolarmente bene l’età fascista. Il secondo dopoguerra invece è tratteggiato troppo rapidamente, se solo si considera che ancora per molti la storia del turismo è quella, e quella soltanto, dell’esplosione del turismo balneare di massa, che cambiò radicalmente la scala (se non la natura) del fenomeno turistico. Occorre però anche tenere sempre presente la situazione delle fonti, che per molti temi e periodi è difficilissima, dato che in molti casi questi documenti non erano considerati degni di essere tramandati. Si potrebbe forse anche osservare che la vena narrativa, sostenuta però da solidi apparati documentari, prevale su quella propriamente interpretativa e sulla costruzione di modelli. Ma appunto si tratta dello scotto inevitabile di chi per primo affronta un campo nuovo e quindi il giudizio finale non può che essere positivo se solo invece si considera la ricchezza di spunti e di informazioni dispiegata lungo tutto il volume.

Claudio Visentin