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Antonino Criscione – Web e storia contemporanea – 2006

Antonino Criscione
a cura di Paolo Ferrari e Leonardo Rossi, Roma, Carocci, 334 pp., euro 17,80

Anno di pubblicazione: 2006

Contravvenendo alla regola dell’Annale di non recensire libri che raccolgono saggi già editi, la scelta di considerare la pubblicazione postuma di Criscione intende rendere omaggio a uno studioso che ha dato un importante contributo, troppo presto interrotto, all’ambito degli studi sul rapporto tra la storia e le nuove tecnologie della comunicazione. Tenendo inoltre conto che l’insieme dei saggi qui pubblicati, a cura di P. Ferrari e L. Rossi, propone un quadro unitario dei suoi interventi, altrimenti dispersi tra i nodi della Rete, le riviste e i volumi collettanei. Si tratta di sedici suoi scritti, pubblicati negli ultimi anni di vita, fra il 1999 e il 2004, e raggruppati in tre sezioni: Clio nella rete: metodologie e processi comunicativi; La storia contemporanea nel web; Ricerca e comunicazione nell’insegnamento della storia. Una quarta e ultima parte del volume, Percorsi di storia, raccoglie le sue recensioni dal 1987 al 2001, più una postuma apparsa nel 2005, quasi tutte pubblicate sulla rivista «I Viaggi di Erodoto», che permettono di allargare lo sguardo ad altri temi trattati nella sua esperienza di studioso e di intellettuale impegnato, in primo luogo al fenomeno mafioso. Il volume è aperto dall’intervento di S. Noiret che rileva le principali componenti della sua riflessione sull’uso della rete Internet nel «fare storia» e, in particolare, la capacità di spiegare la complessità della Galassiafrage, il neologismo scherzoso proposto dallo stesso Criscione per rappresentare lo spazio virtuale e i suoi linguaggi. M. Gusso e L. Rossi ne ricostruiscono, invece, il percorso di vita e di ricerca sottolineandone l’impegno nella didattica della storia, mai disgiunto da una sistematica ricerca metodologica e dall’apertura all’uso delle tecnologie della comunicazione. Infine Concetta Brigateci, vedova di Criscione, ne offre un ricordo più intimo. Attento alla rappresentazione della storia nei nuovi media, Criscione prendeva le mosse da punti di osservazione delicati e importanti per la riflessione sull’uso pubblico della storia e per l’elaborazione e la trasmissione della memoria, quali la scuola e gli istituti di storia della Resistenza. Da qui la continua tensione nell’intrecciare una competenza tecnica e una riflessione di carattere epistemologico e filosofico ? derivate da un ampio orizzonte di studi attento alle teorie sulla società della tecnologia e della informazione ? con una ricerca empirica in grado di rendere concreto l’impegno pedagogico. Come ricorda Noiret, egli si identificava «con un mediatore dei nuovi linguaggi comunicativi, un ?docente-ricercatore di storia? [?] capace di spaziare in tre ambiti distinti: le conoscenze dell’insegnante di storia, le acquisizioni e i concetti prodotti dalla storiografia e infine la necessità di conoscenza e di formazione degli studenti» (pp. 10- 11). La sua riflessione sulle innovazioni culturali e sociali introdotte dai nuovi media è stata costantemente sostenuta dai riferimenti a una solida tradizione storiografica che guarda, in particolare, alla declinazione dei concetti di tempo e di spazio storici.

Giancarlo Monina