Cerca

Antonio Casella e Guido Lucchini – Graziadio e Moisè Ascoli. Scienza, cultura e politica nell’Italia liberale – 2002

Antonio Casella e Guido Lucchini
Pavia, La Goliardica Pavese, pp. 464, euro 23,00

Anno di pubblicazione: 2002

Il volume raccoglie alcuni scritti dei due intellettuali e due saggi presentati come Introduzione agli stessi ma animati anche dall’esigenza di restituire a una compiuta riflessione storiografica entrambi i personaggi. L’inconsueta contiguità tra storia della linguistica e storia della fisica è spiegata in apertura con ragioni che vanno ben oltre i rapporti di parentela tra i due Ascoli (padre e figlio), richiamando piuttosto l’attenzione sui tanti spunti di interesse che le due vicende offrono se contestualizzate in una lunga fase di storia degli intellettuali, dell’università e della scienza e, non da ultima, di storia degli ebrei italiani. Emergono così, nell’autonomo sviluppo dei due saggi, tanto le rilevanti occasioni (non solo politiche) di distanza tra padre e figlio, testimoni di stagioni diverse della vicenda degli intellettuali ebrei italiani; quanto le più profonde affinità, che fanno delle loro esperienze civili e scientifiche una manifestazione coerente e continua del contributo dato dagli scienziati ebrei di età liberale alla definizione della coscienza nazionale, alla riflessione sui problemi della società e dell’istruzione, come pure al pieno decollo e affermazione di discipline prima estranee alla tradizione umanistica o scientifica italiana: rispettivamente, la glottologia e l’ingegneria elettrotecnica.
Accanto alle acquisizioni concordi dei saggi, in ciascuno di essi è sviluppata per momenti determinanti l’analisi umana e scientifica delle due personalità. Del celebre filologo, Lucchini ricorda la formazione da autodidatta in seno alla comunità israelitica di Gorizia, la tensione verso Milano coltivata attraverso importanti amicizie, ma anche la solitudine morale e poi anche scientifica e professionale subìta nell’ambiente politico e accademico lombardo, e l’assoluta quanto ?melanconica? originalità con cui osservò perplesso l’evoluzione di irredentismo e nazionalismo a fine secolo. Del meno noto Moisè, Casella rappresenta invece il fattivo impegno per la promozione dell’associazionismo tecnico-scientifico e per la sprovincializzazione della scienza italiana, per il superamento di inveterati pregiudizi come quelli ostili al ?macchinismo? americano o al versante applicativo dell’insegnamento delle scienze, per la conciliazione le ragioni del decollo industriale e quelle della pubblica utilità.
Integrate da una scelta fra gli scritti ?minori?, le brevi biografie si risolvono quindi, come vuole il titolo, in un’organica e sfaccettata ricostruzione di certi momenti fondamentali della storia otto-novecentesca della vita intellettuale nazionale, colta attraverso due particolarissimi rappresentanti. Di loro sarà bene, come raccomandano gli autori, recuperare l’intera vicenda, anche per cogliere appieno il contributo dato dall’ebraismo italiano alla maturazione della nostra comunità scientifica e accademica fra il Risorgimento e la crisi dello Stato liberale.

Maria Pia Casalena