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Antonio Fiori – Il filtro deformante. La censura sulla stampa durante la prima guerra mondiale – 2001

Antonio Fiori
Prefazione di Luigi Lotti, Roma, Istituto storico italiano per l’età moderna e c

Anno di pubblicazione: 2001

Per realizzare questo ampio lavoro, Fiori, già autore di pregevoli contributi sul controllo governativo sulla stampa, si è avvalso di una vastissima mole documentaria, sia archivistica che letteraria. Il volume, che tratta un tema affrontato per la prima volta in Italia, fornisce preziose indicazioni sia sull’organizzazione della censura, sia sulla stessa manipolazione del consenso. Come infatti suggerisce il titolo, la censura sulla stampa non fu usata solo per occultare notizie ? eventi militari, agitazioni sociali, scandali economico-politici, condotta dell’opposizione e persino discorsi parlamentari ?, ma fu anche mezzo per indirizzare l’opinione pubblica verso specifici obiettivi, sia occultando parte delle notizie, sia attuando vere e proprie falsificazioni (come l’intervento di Orlando per retrodatare la data della battaglia di Vittorio Veneto al 24 ottobre, per evitare le accuse alleate di aver approfittato di un paese che stava chiedendo l’armistizio: p. 300).
Il volume si articola in sette capitoli (pp. 7-468), seguiti da una ricca appendice documentaria. Dopo aver accennato nell’Introduzione all’apparato di controllo a partire dall’Unità, Fiori passa ad esaminare i provvedimenti emanati nel periodo della neutralità e nel primo anno di guerra da Salandra ? quando, all’interno dei decreti di limitazione delle libertà civili, fu per la prima volta in Italia introdotta la censura preventiva ?, per descrivere nei capitoli successivi le misure adottate dai governi Boselli e Orlando. Nei primi quattro capitoli viene presa in esame la censura ?politica?, ovvero quella attuata dalle autorità prefettizie, che mirava ad impedire notizie ?diverse da quelle fornite dal governo?, o comunque capaci di deprimere lo spirito pubblico, o di scuotere la fiducia nelle istituzioni (D.l. 23.5.1915, n. 675). Le modalità del controllo governativo sulla stampa non si differenziarono di molto nei vari ministeri: se il governo Orlando fu incline a metodi più morbidi (ma fu proprio Orlando a invitare i prefetti ad incoraggiare la delazione), l’incalzare degli eventi e la pressione delle forze di destra condussero, al contrario, soprattutto dopo Caporetto, al tentativo di abolire del tutto, con mezzi sia preventivi che repressivi, le voci discordi dalla linea patriottica, in modo da ottenere un consenso totale, seppur manipolato.
Il quinto capitolo (seguito da due conclusivi sulle dimensioni della censura e sull’opinione pubblica) analizza la censura esercitata dalle autorità militari, di concerto con quelle civili, nelle province dichiarate zone di guerra, dove la libertà di opinione fu quasi interamente soppressa. Anche su questo tema Fiori fornisce importanti notizie: ma varrebbe la pena di proseguire la ricerca attraverso la documentazione presente negli archivi locali ? come egli stesso suggerisce ? e forse anche nei fondi giudiziari, per completare l’analisi con la descrizione delle pene inflitte ai trasgressori.

Giovanna Procacci