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Antonio Scottà (a cura di) – La Conferenza di pace di Parigi fra ieri e domani (1919-1920). Atti del convegno internazionale di studi (Portogruaro-Bibione, 31 maggio-4 giugno 2000) – 2003

Antonio Scottà (a cura di)
Soveria Mannelli (Cz), Rubbettino, pp. 554, euro 35,00

Anno di pubblicazione: 2003

Il libro curato da p. Antonio Scottà rappresenta la consueta raccolta di relazioni presentate ad un convegno. Si possono individuare nei singoli interventi gli spunti di maggiore interesse, la tematica specifica ed eventualmente le fonti utilizzate. Va rilevata la natura diseguale della cura redazionale, e l’eccesso di fedeltà nel riprodurre molte frasi di circostanza che avrebbero potuto essere omesse senza grande danno.
Il tema prescelto era la Conferenza di pace di Parigi, argomento ripreso in più sedi nel corso degli ultimi anni. Nella sua relazione di apertura G. De Rosa riprende (e contesta) la tesi ?che vede il fascismo nascere dal complesso del ?tradimento’ consumato a Versailles contro l’Italia?, attribuendolo piuttosto al ?vuoto politico attraverso il quale, con la compiacenza delle autorità civili e militari dell’Italia monarchica, passarono le camicie nere di Mussolini dentro la cittadella dello Stato liberale? (pp. 42-43). La relazione di D. Veneruso riprende invece le tradizionali critiche alle politiche di W. Wilson. Gli interventi di J. De Volder, J. Scholtyseck e B. Del Pal, J.-J. Becker e A. AdamtHwaite forniscono nei loro interventi utili punti di partenza per il lettore che desideri aggiornarsi sullo stato delle storiografie di Belgio, Germania, Francia e Gran Bretagna sulla Conferenza di pace. L. Grassi fornisce un intervento più puntuale sul ruolo della Russia bolscevica. Gli interventi di C. Ghisalberti, E. Capuzzo e F. Salimbeni sono tutti incentrati sul caso italiano, e gli ultimi due in particolare sulle vicende della questione adriatica. Sono interventi con gradi variabili di vivacità, ma sono tutti chiari nei loro intenti e nella scelta di campo storiografico, che potrebbe essere etichettata, per analogia con il mondo austrotedesco, come ?liberal-nazionale?. Gli interventi di P. Pastorelli, G. Fogarty, E. Fattorini, G. Rumi, I. Garzia, P. Borzomati, A. Scottà trattano aspetti più specifici del nuovo sistemi di relazioni internazionali e della politica del Vaticano. Molto documentato e storiograficamente attento l’intervento di M. Gullotti sui rapporti italo-tedeschi.alla fine della guerra. G. Fedalto e Z.N. Tsirpanlis incentrano i loro interventi sull’area ottomana (rispettivamente le Chiese cristiane orientali e la spartizione dell’Impero).
Un discorso a parte meritano gli interventi di A. Kiesewetter e L. Höbelt. Kiesewetter prende in esame l’azione diplomatica e militare italiana nell’Alta Slesia nel 1919-21. Com’è consueto nella storiografia, la fonti primarie e secondarie non si limitano a quelle italiane e tedesche, ma comprendono ovviamente anche quelle polacche. L’ampiezza della documentazione utilizzata è davvero notevole. Höbelt, autore troppo poco noto in Italia, esamina le vicende politiche austriache all’indomani della guerra. Come è nel suo stile, Höbelt fornisce un intervento rigorosamente analitico, spesso brillante, sempre documentato.
Il volume è completato da una appendice documentaria.

Guido Franzinetti