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Ariane Landuyt e Gian Biagio Furiozzi (a cura di) – Il modello laburista nell’Italia del Novecento – 2001

Ariane Landuyt e Gian Biagio Furiozzi (a cura di)
Milano, Franco Angeli, pp. 248, euro 20,66

Anno di pubblicazione: 2001

Sono raccolti in questo volume gli atti di un convegno sull’influenza del laburismo sulla cultura politica italiana organizzato dall’Istituto socialista di studi storici e svoltosi a Siena nel marzo del 1999. La premessa da cui il convegno muoveva era che questa influenza fosse stata a lungo sottovaluta dalla storiografia, per cui valeva la pena ricostruirne i vari momenti e le diverse diramazioni. Una parte dei contributi sono dedicati al mondo socialista italiano e a come esso guardi al laburismo. Segnaliamo al riguardo gli interventi di Gian Biagio Furiozzi e Ivo Biagianti che mettono in luce l’attenzione per l’esperienza laburista dei riformisti dei decenni a cavallo del 1900, quello di Lucio D’Angelo sul Partito democratico del lavoro (che assume il laburismo come referente ideologico, pur rimanendo un partito di piccola e media borghesia) e infine il contributo di Ariane Landuyt, nel quale l’autrice sottolinea la significativa distanza critica del Psi di Nenni dal Labour Party della leadership di Gaitskell: ?Quel che non possiamo ammettere ? scriveva nel 1956 ?Mondo Operaio? a proposito della svolta revisionista promossa da Gaitskell ? è che si scambi tutto questo con il socialismo e che mediante l’accettazione del metodo liberale di governo si ponga tanta acqua nel vino del socialismo da trasformarlo alla fine in una copia, del resto peggiorata, del liberalismo classico, togliendogli la sua stessa ragione di esistere? (p. 203).
Sul terreno della ricostruzione biografica si muove il contributo di Giorgio Spini, dedicato a Giacomo Matteotti e a un suo soggiorno londinese nell’aprile del 1924, dalla cui dettagliata ricostruzione emergono elementi utili a rafforzare l’ipotesi che il leader socialista nelle settimane precedenti il suo rapimento e la sua uccisione stesse per denunciare alcune oscure mene affaristiche della cerchia intorno a Mussolini. I due saggi di Sandro Rogari e Santi Fedele illustrano lo scarso appoggio che i due governi laburisti del 1924 e del 1929 danno alla causa antifascista e la conseguente delusione dell’emigrazione antifascista italiana (che invece trova una più decisa posizione antimussoliniana nel liberale ?Manchester Guardian?).
Su come il Labour Party abbia guadagnato in Italia l’attenzione di forze e esponenti politici diversi da quelli socialisti, si soffermano Giancarlo Pellegrini (che documenta, in ambito cattolico, l’interesse soprattutto dei dossettiani per l’esperienza di governo laburista) e Daniele Pasquinucci, con un saggio su Ugo La Malfa e sull’influenza esercitata su di lui dal laburismo, intrecciandosi con le teorie keynesiane e il New Deal, nel corso degli anni trenta.
Nel saggio conclusivo, Claudio Palazzolo ricostruisce il lento e faticoso emergere negli ultimi trent’anni di una storiografia italiana sul laburismo, legando la recente maggiore attenzione che il Labour sembra godere nel nostro paese alla ricerca da parte della sinistra di ?un’identità politica postcomunista? (p. 236).

Luciano Marrocu