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Arnaldo Testi – Trionfo e declino dei partiti politici negli Stati Uniti, 1860-1930 – 2000

Arnaldo Testi
Otto, Torino

Anno di pubblicazione: 2000

Nei cambiamenti profondi avvenuti negli Stati Uniti tra Otto e Novecento si passa dal trionfo al declino dei partiti negli Stati Uniti quali agenzie di mobilitazione e socializzazione politica di massa. A questa trasformazione sono dedicati i bei saggi raccolti in questo volume. Contro il paradigma di Weber che contrappone l’idealtipo del Patronagepartei americano, clientelare e sprovvisto di principi e di ideali a quello europeo portatore di una Weltanshauung, Testi sottolinea la vivace partecipazione popolare della prima metà dell’800 cui solo nella seconda metà del secolo si sostituisce un crescente astensionismo spiegato con l’indebolimento delle strutture diffuse dei partiti e della loro capacità di esprimere le esigenze di gruppi sociali diversi. A metà ‘800 i partiti democratico e repubblicano si distinguevano nettamente su questioni fondamentali come la schiavitù e in entrambi i casi la fedeltà al partito era un requisito morale che indicava la devozione a dei principi più che a degli individui, mentre agli inizi del ‘900 i partiti erano diventati apparati verticistici, centralizzati, legati ad interessi sociali forti, ma sradicati e incapaci di produrre alternative politiche appassionanti, finché nel 1924 il non voto salì a più del 50%. Ciò era anche la conseguenza di leggi statali che reintrodussero requisiti di censo, test di alfabetismo ecc. e favorirono il restringimento dell’elettorato razzialmente connotato e meno istruito. Nel Nord le riforme politico amministrative dell’età Progressista organizzarono la vita municipale all’insegna di un efficientismo centralizzatore che mirava a gestire le città come moderne società per azioni ispirandosi alle scienze sociali.
Sulla base anche dell’autobiografia di Roosevelt Testi riflette su “mascolinità” del partito e “femminilità” delle riforme, e si interroga sulle reazioni degli uomini alla sfida delle donne a privilegi consolidati e prerogative sessuali acquisite. Le tensioni di genere attraversarono il Progressive Party, di cui Roosevelt diventò candidato nel 1912. Esso era un partito di opinione, con apparati leggeri e flessibili, senza riguardo a precedenti affiliazioni politiche. Se questa trasversalità ben si addiceva al linguaggio dei diritti delle donne come spiegare l’esplosione del non voto negli anni venti, subito dopo l’entrata in vigore del XIX emendamento? Partendo dal saggio di Sombart del 1906 sull’assenza di socialismo negli Stati Uniti e sciogliendo i nodi di un dibattito storiografico quasi centenario, Testi dimostra che gli Stati Uniti sono il paese democratico e capitalista in cui il socialismo come movimento politico nazionale è scomparso prima che altrove. Invece di un forte partito di classe all’europea, vi è emerso il partito del non voto. Ma la fine della guerra fredda mette in crisi la presunta eccezionalità e diversità degli Stati Uniti: se tutto il mondo diventa come l’America, resta il primato degli Stati Uniti come superpotenza, ma la loro eccezionalità ne esce distrutta.

Alessandra Lorini