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Attilio De Gasperis, Roberta Ferrazaza (a cura di) – Gli italiani di Istanbul. Figure, comunità, istituzioni dalle riforme alla repubblica 1839-1923 – 2007

Attilio De Gasperis, Roberta Ferrazaza (a cura di)
Torino, Centro Altreitalie – Fondazione Giovanni Agnelli, XII-427 pp., Euro 36,0

Anno di pubblicazione: 2007

Sono gli atti del convegno «Gli italiani di Istambul e la Società Operaia Italiana di Mutuo Soccorso, nucleo rappresentativo della comunità. Dalle riforme ottocentesche (Tanzimar) alla Repubblica Turca (1839-1923)», svoltosi a Istambul dal 18 al 20 ottobre 2006 e organizzato dall’Istituto italiano di cultura. Gli interventi dei numerosi studiosi – italiani e turchi – sono affiancati da contributi e testimonianze di discendenti di antiche famiglie levantine e di personaggi storici di spicco in entrambe le comunità.Il volume risulta diviso in quattro parti: nascita e sviluppo della comunità italiana; le sue istituzioni, specie a carattere filantropico; l’apporto di viaggiatori, scrittori e musicisti al rinnovamento culturale della società turca; i rapporti diplomatici e militari. Tutte scelte, queste, che denotano una netta predilezione per le tematiche politico-culturali e lasciano sullo sfondo la composizione socio-demografica dei flussi e il loro dispiegarsi nel tempo. Si accenna quindi solo di sfuggita ad antichi insediamenti genovesi esistenti fin dal Medio Evo, concentrati nel quartiere multietnico di Galata e in altre città dell’Impero come Edirne, Smirne, Damasco.A questa impostazione è del resto dovuta la scelta del terminus a quo; ai primi decenni dell’800 risale infatti l’esordio di una cospicua immigrazione politica, incalzata dagli sconvolgimenti dell’epoca – guerre napoleoniche, rivoluzione partenopea, moti indipendentisti degli anni ’20 e oltre. Con qualche excursus nei decenni precedenti, quando avevano soggiornato a Costantinopoli musicisti come Donizetti, pittori e altri artisti. Nel XIX secolo l’italiano era una lingua franca diffusa quanto il turco, poi soppiantata dal francese.Alla metà del secolo la città fu conquistata dall’ondata modernizzatrice europea e divenne, al contempo, uno degli avamposti del fuoriuscitismo risorgimentale. Vi si dettero convegno Garibaldi, il mazziniano Adriano Lemmi, Mauro Macchi e tanti altri, e videro la luce la Loggia massonica Italia, di obbedienza del Grande Oriente Italiano, e la Società Italiana di M.S. presieduta da Mazzini, che contribuì al rinnovamento delle istituzioni e della società ottomana ed ebbe al suo attivo una sezione femminile.Dopo l’unificazione italiana, l’Impero turco entrò per breve tempo nel novero delle mete migratorie; professionisti e artigiani, specie operai e capomastri, dettero il loro apporto alla crescita urbanistica, e talvolta ne furono ripagati. Ai primi del ‘900, rispetto ai 130.000 stranieri, la comunità italiana di Istambul contava 7.000 persone, gruppi più sparuti risiedevano in altre città, ma si trattava comunque di una presenza minoritaria. Destinata inesorabilmente ad assottigliarsi, parte preferì rimpatriare e parte si spostò verso le mete canoniche del grande esodo transoceanico.Conclude questo interessante volume una ricognizione delle fonti documentarie per la storia dei rapporti italo-turchi conservate nell’Archivio storico del nostro Ministero degli Esteri.

Andreina De Clementi