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Barbara Bracco (a cura di) – Combattere a Milano 1915-1918. Il corpo e la guerra nella capitale del fronte interno – 2005

Barbara Bracco (a cura di)
Milano, Editoriale Il Ponte, pp. 120, s.i.p.

Anno di pubblicazione: 2005

Sensibile alle nuove correnti storiografiche sulla Grande guerra, in occasione del novantesimo anniversario dell’entrata dell’Italia nel conflitto Barbara Bracco ha curato un volume sull’esperienza di guerra a Milano che ne rappresenta un piccolo compendio: dalla centralità attribuita al corpo e alle sue rappresentazioni, all’attenzione che ne consegue per le moderne forme della propaganda e mobilitazione politica in tempo di guerra. Il volume è arricchito da un pregevole apparato iconografico.
Rintracciando i segni delle trasformazioni sociali e politiche indotte dalla guerra sui corpi ? forgiati e deformati dalla prova bellica, esposti e messi in scena quali veicoli di propaganda ? quelle stesse trasformazioni assumono, secondo Bracco, una maggiore eloquenza, capace di illuminare la modernità novecentesca inaugurata dal medesimo conflitto e marcata dalla ?biopolitica? (p. 5). Categoria, quest’ultima, forse troppo ambigua per essere assunta senza un’ulteriore analisi critica, e tuttavia il quadro composto dalla curatrice è suggestivo e convincente, anche e soprattutto nel suo contributo sull’uso politico dei corpi mutilati nella definizione del modello di cittadino-martire della ?nuova Italia? che tanta parte avrà nella retorica fascista (I caduti e i mutilati a Milano: retorica della morte e uso politico del corpo). D’altronde, l’affacciarsi del corpo sulla scena pubblica aveva già segnato, alla vigilia della guerra, l’avvento della politica di massa, come emerge dallo studio di Marco Gervasoni (La nascita della retorica interventista). Collaudata nei mesi di neutralità, quella interventista fu la prima espressione di una nuova retorica politica incentrata proprio sul corpo, resa ?concreta’ dalla gestualità e dall’esibita prestanza degli oratori di parte rivoluzionaria, avvezzi a occupare ?fisicamente’ le piazze e, quindi, naturalmente portati a innestare sull’?oratoria forbita e classicistica? tipica degli interventisti democratici un elemento ben altrimenti capace di rispondere agli umori di un pubblico giovane e piccolo borghese (pp. 12-13). Ancora il corpo rappresentato o ?mobilitato? a sostegno della guerra e del fronte interno ? della cittadinanza milanese stretta intorno al suo corpo d’armata (Marco Cuzzi), delle donne ?produttrici e consumatrici? (Fabrizio Fiume), del nemico esterno e interno (Juri Guaiana), dei bambini (Marco Unia) ? costituisce l’oggetto degli altri contributi al volume, in varia misura attenti a far emergere dal contesto milanese alcune linee di tendenza valevoli anche sul piano nazionale.
L’agilità dei saggi e dell’apparato bibliografico, le tante e belle illustrazioni, rendono questo volume un utile strumento di sintesi e divulgazione, un tassello di nuove e approfondite ricerche su un tema ? quello dell’uso del corpo nelle politiche novecentesche ? che non può risolversi nella consueta elencazione di stereotipi a fini propagandistici e che necessita ancora di una vasta e articolata riflessione sulle categorie d’analisi impiegate e le fonti utilizzate.

Catia Papa