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Between History and Historiography. Research on contemporary Italian University

Luigiaurelio Pomante
Macerata, Eum, 176 pp., € 15,00

Anno di pubblicazione: 2014

Il volume comprende quattro saggi, diversi per tipologia e per oggetto, nei quali
sono affrontate questioni di fonti, di struttura, d’interpretazione. Si va da un intervento
dedicato alla variabile situazione degli archivi universitari (pp. 149-169) a un corposo
saggio sulla storia dell’e-learning nel campo dell’istruzione superiore (pp. 35-95), e a due
contributi inquadrabili nel genere della rassegna storiografica, riservati il primo alla questione
delle università minori (pp. 11-33), il secondo a un documentato inventario delle
ricerche di storia universitaria nel corso dell’ultimo ventennio (pp. 97-147).
La fondamentale questione archivistica ha sullo sfondo un interesse non sempre
maturo e condiviso – anche se crescente, almeno sul piano progettuale – degli atenei per
la loro composita memoria documentaria, fra atti amministrativi e materiali didattici, tesi
di laurea e archivi privati; ed è segnata dal peso di differenti modalità di gestione, e a volte
di diversi luoghi di conservazione. Un più robusto orientamento della storiografia universitaria
verso l’età contemporanea sollecita acquisizioni e riorganizzazioni, in una fase di
difficoltà materiali che contrastano l’assunto dell’archivio universitario come laboratorio
di ricerca.
La pubblicazione in inglese di un articolato bilancio storiografico potrà contribuire
a una più larga informazione attorno a tendenze e acquisizioni della ricerca italiana in un
settore in cui le vicende italiane non sempre sono state prese in adeguata considerazione
nella costruzione di quadri generali o nell’impianto di analisi comparate.
I caratteri istituzionali e la funzione culturale e sociale delle piccole università vengono
sinteticamente presentati a partire dalla loro definizione preunitaria, e seguiti nelle
diverse sistemazioni unitarie; oggetto di reiterate critiche nell’arco di un secolo e mezzo
– quello dell’eccessivo numero di atenei è uno dei più radicati luoghi comuni nel discorso
pubblico sull’università dal 1862 a oggi –, le università minori hanno avuto un ruolo
significativo, fra dinamica delle élite locali, costruzione di percorsi accademici, tutela d’interessi
materiali e di capitali simbolici. Da discutere l’individuazione di un pregiudizio
centralista in queste ricerche, tema forse da riformulare attorno alla persistente prospettiva,
che diviene criterio storiografico, della grande riforma.
Notevole, anche come prima sistemazione di una vicenda recente, il saggio sull’elearning
nella duplice accezione di sperimentazione e impianto di nuove modalità didattiche
da parte degli atenei, e della nascita in Italia delle cosiddette università telematiche.
Quanto è serio e denso di implicazioni e di proiezioni sul futuro il primo aspetto, tanto
paiono evidenti gli elementi d’improvvisazione e di strumentalità, e le implicazioni politiche
della nascita di istituti favoriti, al loro avvio, nelle scelte politiche, ma che non
sembrano essersi radicati secondo le aspettative dei loro promotori.

Mauro Moretti