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Bruna Bianchi (a cura di) – Deportazione e memorie femminili (1899-1953) – 2002

Bruna Bianchi (a cura di)
Milano, Unicopli, pp. 364, euro 19,00

Anno di pubblicazione: 2002

Del recente risveglio di interesse per il tema delle deportate, segnalato anche in Italia nell’ultimo anno da traduzioni e ristampe di volumi sulle donne nei Lager nazisti, dopo oltre mezzo secolo di mancato ascolto delle loro testimonianze e memorie e di totale indifferenza della storiografia, questo volume (che riprende le relazioni a un seminario del corso di perfezionamento ?Studi sulla cultura delle donne nell’età contemporanea? svoltosi nel 2001 all’Università di Venezia) rappresenta una tappa importante. Come in generale si va manifestando una nuova attenzione al Gulag e al sistema concentrazionario, così i saggi qui raccolti (e i testi allegati a ciascuno di essi) allargano la ricerca sulle donne nello spazio e nel tempo, coprendo il periodo che va dall’inizio della guerra anglo-boera alla morte di Stalin.
Vengono documentate le terribili condizioni di vita e di morte delle deportate boere nei campi inglesi in Sud Africa (Bruna Bianchi), ebree e politiche nei Lager nazisti (Bruna Bianchi-Adriana Lotto), politiche o parenti di condannati nei campi sovietici (Marta Craveri ed Emilia Magnanini), slovene in quelli fascisti (Maico Trinca). La catena di dolori e di orrori specificamente femminili, ricorrenti nelle diverse situazioni, conferma e approfondisce il carattere generale, indicato con forza da pochi e isolati studi (Andrzej Kaminsky, Joel Kotek e Pierre Rigoulot, tradotti in italiano rispettivamente nel 1997 e nel 2001), dei campi di internamento, di concentramento e di sterminio come elementi costitutivi della storia del Novecento.
Gli elementi specifici, dalla ?tortura alla maternità? alla solidarietà femminile, dalla vulnerabilità sessuale alle peculiari forme di resistenza, si intrecciano con quelli generali di storia del sistema concentrazionario, con risultati di ricerca originali soprattutto nei saggi di Bianchi e di Craveri (basati il primo soprattutto sulle testimonianze di donne boere e native a suo tempo raccolte dalla pacifista inglese Emily Hobhouse, il secondo su memorie pubblicate e interviste raccolte dall’autrice negli anni Novanta) e contributi rilevanti in quelli di Bianchi e Lotto (tra i testi è pubblicato il diario inedito di una partigiana deportata nel campo di transito di Bolzano), di Magnanini (che usa le memorie, note ma in realtà poco conosciute, di Anna Larina, moglie di Bucharin, e di Nadezda Mandelstam), di Trinca (tra i documenti, le testimonianze dei bambini e delle donne sloveni, raccolte rispettivamente nel 1944 e alla fine degli anni Cinquanta, conservate nell’Archivio di Stato di Lubiana).

Anna Rossi-Doria