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Bruna Bocchini Camaiani, Monica Galfré e Nicoletta Silvestri (a cura di) – Percorsi di Archivio. L’archivio di Ernesto Balducci – 2000

Bruna Bocchini Camaiani, Monica Galfré e Nicoletta Silvestri (a cura di)
Edizioni Regione Toscana, Firenze

Anno di pubblicazione: 2000

Il volume, realizzato dalla Fondazione Balducci con il sostegno della Regione Toscana, intende dar conto della catalogazione delle carte lasciate alla Badia fiesolana da Ernesto Balducci – uno dei protagonisti della vicenda della chiesa italiana del secondo Novecento – scomparso nel 1992. Rispettando fin dove possibile l’ordine lasciato dallo scolopio, il materiale è stato diviso in due parti. La prima, denominata “archivio privato”, si compone di cinquantanove filze di circa cinquecento carte ciascuna: contiene il carteggio (1944-92), i diari e i quaderni di appunti personali dal 1940 ai primi anni cinquanta, i documenti privati (1934-67). Spiccano l’Inserto nero (1965-1981), l’insieme delle lettere ricevute dal religioso da cattolici in aspra polemica con la sua scelta per il rinnovamento ecclesiale, che fornisce uno spaccato significativo di una mentalità diffusa nella chiesa di quegli anni; la Corrispondenza carcerati (1983-86), che documenta l’impegno del religioso al recupero civile dei terroristi di sinistra imprigionati per terrorismo; Trasmissioni televisive e radiofoniche (1965-79), che mostrano preparazione e soprattutto reazioni agli interventi da lui pronunciati in programmi in cui fu coinvolto, tra cui il dibattito “Quale prete?” del 1971 in cui si manifestò uno scontro dai lunghi echi polemici con il teologo francese e poi cardinale Daniélou; Golfo (1991), che testimonia la varietà dei contatti attivati per dar concreta attuazione alla cultura della pace in occasione della guerra del Golfo. La seconda parte, definita “archivio pubblico” è divisa in due sotto-sezioni: le carte ordinate, in cui sono inserite omelie, saggi, conferenze (scritti talora inediti); e le carte residuali, in cui sono classificati gli interventi pubblici raccolti dopo la morte. Chiudono il volume quattro saggi che intendono proporre alcune ipotesi di ricerca su alcuni segmenti del percorso biografico di Balducci. Monica Galfré esamina dapprima i tormentati rapporti tra lo scolopio, ancorato ad una visione evangelica della prassi cristiana, e le autorità ecclesiastiche a lungo orientate a limitarne la libertà di espressione; e poi il suo ruolo nell’avviare la rieducazione dei terroristi al rifiuto della violenza. Nicoletta Silvestri propone sia una prima analisi dell’universo sociologico corrispondenti, sia il maturare nella sua riflessione di una nuova visione dei rapporti di genere. Lgenerale di Bruna Bocchini dà ragione della scelta di aprire agli studiosi l’archivio, una volta completata la catalogazione, mettendo in rilievo che la Fondazione non intende conservare o diffondere una precisa immagine di Balducci, ma vuole in tal modo rendere omaggio a quel criterio di laicità della ricerca cui egli era arrivato, presentando “l’esigenza critica [come] norma regolatrice suprema” in ogni ambito della vita collettiva.

Daniele Menozzi