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Bruno Cartosio – Contadini e operai in rivolta. Le Gorras Blancas in New Mexico – 2003

Bruno Cartosio
Milano, Shake, pp. 126, euro 13,50

Anno di pubblicazione: 2003

Il movimento clandestino delle Gorras Blancas si sviluppò in New Mexico all’inizio degli anni Novanta dell’Ottocento. I ?cappucci bianchi? nascondevano contadini ispanici che, nottetempo, distruggevano le recinzioni poste dai nuovi arrivati proprietari anglo a delimitare terre fino ad allora disponibili allo sfruttamento comunitario. Bruno Cartosio delinea le connessioni del fenomeno con nodi e avvenimenti critici della storia americana del lavoro.
Dopo la conquista da parte degli Stati Uniti nel 1846, il singolo evento che determinò l’ingresso della ?modernità’ in New Mexico fu l’avvento della strada ferrata. Negli anni Ottanta, la creazione di centri urbani lungo le linee, l’arrivo di speculatori e lavoratori ?bianchi?, lo sviluppo dell’attività mineraria e dell’agricoltura capitalista determinarono ?l’integrazione del New Mexico nei rapporti sociali e di produzione caratterizzanti il resto degli Stati Uniti? (p. 18). Le Gorras indirizzarono le loro rappresaglie contro i responsabili del processo di subalternizzazione sociale e culturale che ne conseguì per la popolazione messicoamericana: la ferrovia, i grandi allevatori e gli altri responsabili dell’esproprio, più o meno legale, delle terre contadine. Nel delinearne l’azione, Cartosio corregge il modello di banditismo sociale proposto da Eric Hobsbawm: i contadini incappucciati che tagliavano filo spinato e divellevano binari non agirono in un contesto precapitalista, ma moderno, e le loro finalità non erano restauratrici ma progressiste.
Quest’aspetto è testimoniato, sostiene Cartosio, dai molti indizi di collegamenti tra le Gorras e i Knights of Labor, la più grande organizzazione dei lavoratori d’America. I Knights, tra i principali obiettivi della repressione seguita alle lotte per le otto ore e agli scontri di Haymarket a Chicago (1886), smentirono sempre ogni collegamento con i ?cappucci bianchi?. Si dovette alla loro iniziativa, tuttavia, la creazione di un unico fronte di lavoratori specializzati anglos e generici mexicanos che giunse ad avere, nelle elezioni tra il 1890 e il 1894, una significativa rappresentanza politica. Dall’altra parte, la prova di forza, fallita, dello sciopero Pullmann (1894) segnò insieme il rapido declino dei Knights a livello nazionale, e la rottura della coalizione interetnica che l’organizzazione aveva saputo realizzare localmente. La stessa congiuntura di riflusso segnò anche la fine del dinamismo e della partecipazione popolare messicoamericana di cui le Gorras erano state espressione.
Cartosio ha portato a termine un rilevante lavoro di scavo di archivi e fonti giornalistiche, riuscendo a concatenare, tuttavia, soprattutto documenti prodotti dalle forze avverse alle Gorras. Se talvolta la contestualizzazione appare ipertrofica rispetto al caso di studio, ciò è dovuto al fatto che ?il protagonismo messicoamericano non durò abbastanza a lungo da sedimentare quel tanto di presenza culturale autonoma che potesse imporre la creazione di un proprio archivio? (p. 111). Da questo punto di vista, il volume rappresenta uno sforzo storiografico che ha anche una valenza politica, nella volontà di portare l’attenzione su di una storia a lungo marginalizzata.

Simone Cinotto