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Carlo G. Lacaita, Maurizio Punzo (a cura di) – Milano. Anni Sessanta – 2008

Carlo G. Lacaita, Maurizio Punzo (a cura di)
Manduria-Bari- Roma, Lacaita, 731 pp., euro 30,00

Anno di pubblicazione: 2008

Milano è sempre stata un laboratorio straordinario per lo studio della storia d’Italia. Questo è vero per quanto riguarda la politica, la società, la cultura, l’economia, la finanza e persino lo sport. Nonostante ciò, gli studi riguardanti la città sono relativamente rari e non vi è nulla che si possa paragonare, come lavoro storico, al respiro e alla qualità della Storia di Torino Einaudi. Il motivo forse risiede nel fatto che Milano ha guardato più avanti che indietro. In ogni caso la città ha sempre avuto una relazione difficile con la propria storia (e con la propria memoria). Come scrisse G. Piovene nel 1957 «Milano è una città utilitaria, demolita e rifatta secondo le necessità del momento, non riuscendo perciò mai a diventare antica». Gli anni ’60 furono particolarmente importanti: la seconda rivoluzione industriale attirò centinaia di migliaia di immigrati, la sperimentazione politica si intrecciò con il fermento culturale. Era la città di scrittori come Bianciardi e Simonetta, di un editore come Feltrinelli, di un architetto-designer come Magistretti, di quotidiani, rotocalchi e fotografi, di attori, artisti, poeti e registi. A dispetto di tutto ciò, sono poche le ricerche su questo periodo di storia milanese (e italiana); ad esempio la preziosa raccolta di saggi di Scalpelli, del 1986, si ferma agli anni ’50.Pertanto il libro di Laicata e Punzo colma, almeno in parte, un vuoto. I saggi che compongono il volume privilegiano la sfera politica, concentrandosi sui principali partiti, sul ruolo della Chiesa e sulla nascita del centro sinistra. Cuzzi, in un capitolo affascinante, esamina lo sviluppo della destra estrema in citta, dalle sue origini alla «presa» di San Babila negli anni ’60. Bruti Liberati, invece, in un breve saggio molto interessante, esamina i modi in cui gli americani vedevano la politica milanese degli anni ’60. Il quadro dell’impatto del centro sinistra in città è completato da alcuni studi sull’amministrazione, sull’opinione pubblica, sulla stampa nazionale e su alcuni periodici come «Il Mondo», «L’Espresso» e ? in un intelligente scritto di S. Tobia ? «Panorama». Le reazioni sociali ed economiche al centro sinistra sono viste attraverso la lente dell’Assolombarda e dei sindacati. La società nel suo complesso, invece, tende a rimanere sullo sfondo e non ci vengono restituite le trasformazioni che attraversavano la città, con l’arrivo degli immigrati e la rapida crescita della popolazione e dello spazio urbano. Ma se i cambiamenti politici milanesi degli anni ’60 erano destinati a prefigurare gli sviluppi nazionali, anche culturalmente Milano spingeva per il mutamento. La dimensione culturale, però, non è un aspetto centrale del volume e sono rari i riferimenti all’arte, all’architettura o al design ? aspetti centrali della scena urbana. C’è, invece, uno studio dettagliato delle politiche, delle censure e del dibattito relativi ad alcune commedie e alcuni film ambientati a Milano. Per concludere, si tratta di un volume estremamente interessante, soprattutto per quanto riguarda l’approccio al contesto locale e l’attenzione alla dimensione locale delle dinamiche politiche, istituzionali e partitiche.

John Foot [Trad. Enrica Capussotti]