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Carmela Covato e Simonetta Ulivieri (a cura di) – Itinerari nella storia dell’infanzia. Bambine e bambini, modelli pedagogici e stili educativi – 2001

Carmela Covato e Simonetta Ulivieri (a cura di)
Milano, Edizioni Unicopli, pp. 461, euro 23,24

Anno di pubblicazione: 2001

Il volume raccoglie tredici saggi, di cui sette elaborati entro un progetto biennale Cofin-Murst diretto da Egle Becchi. Il fatto che ?storia e storiografia d’infanzia? siano state costruite in Italia nell’intreccio con la storia dell’educazione infantile, secondo Covato e Ulivieri dipende da una ragione intrinseca al soggetto, ?per secoli […] al centro delle riflessioni pedagogiche e formative?. Ma per l’impossibilità di accostarsi all’infanzia come a un mondo separato, raccomandano approcci più diversificati.
Tralasciando qui i saggi che riguardano i bambini nella familia romana, nell’iconografia medievale, agli Innocenti del ‘500-600, e nel lavoro preindustriale, per l’età contemporanea mi pare che nella raccolta prevalga l’intreccio fra memorie d’infanzia e identità adulta, fra costruzione di sé e contesto familiare e culturale; con gli svariati problemi interpretativi posti dalle memorie infantili da parte sia di donne famose di cui si occupa la Covato, sia di cento anonimi uomini e donne nati tra il 1893 e il 1930, intervistati dalla Ulivieri sulla base di un questionario tipo. Con una tecnica non direttiva, Pinter ha elaborato altre interviste sui ricordi d’infanzia durante la persecuzione antiebraica al Nord. Dalla letteratura sulla scuola e specie dai diari scritti dai maestri (63 dall’Archivio di Pieve Santo Stefano) Certini fa affiorare gli scolari e ancor più i bambini nella loro vita familiare. Da quattro quaderni di temi e riassunti svolti negli anni 1928-29 e 1938-39 da due alunni del comasco, Seveso cerca di cogliere la diffusione della propaganda fascista. Al ruolo crescente dello Stato in età liberale Di Bello guarda attraverso leggi ma anche dibattiti e progetti a tutela dell’infanzia. Svariate le altre tematiche: Mannucci vede le tipologie dell’infanzia al cinema all’insegna di sofferenza, solitudine, diversità; Crugliano passa in rivista i bambini selvaggi ritrovati dal 1920 al ’98; fra le metafore d’infanzia in psicoanalisi, Frattini insiste sui modelli più attuali, e molto stimolanti, di Stern e di Meltzer.
Oltre all’inadeguatezza della storia sociale dell’infanzia in Italia, qui sottolineata da Ulivieri e negli anni ’70 già dal pedagogista Trisciuzzi, su ?Società e Storia? (1999, n. 86) Laura Guidi lamentava che fra i pochi e le un po’ meno poche storiche del settore mancasse un dialogo con gli operatori dell’infanzia. Con questi hanno certo più contatti gli studiosi legati alla Facoltà di Scienze della Formazione, come gli autori di questa interessante raccolta la cui bibliografia ragionata, in chiusura, non intende limitarsi alla storia dell’educazione infantile. Sono allora forse allora le consuete separatezze accademiche a non aver ancora abbastanza attivato il desiderabile scambio tra studiosi e studiose impegnate nella storia dell’infanzia ma da diversi raggruppamenti.

Patrizia Guarnieri