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Caterina Di Pasquale, – Il ricordo dopo l’oblio. Sant’Anna di Stazzema, la strage, la memoria, – 2010

Caterina Di Pasquale,
Roma, Donzelli, X-180 pp., € 26,00

Anno di pubblicazione: 2010

L’a., giovane e brillante antropologa formatasi con Pietro Clemente e Fabio Dei, ci consegna con questo agile volume gli esiti di una indagine decennale sulla memoria della strage nazista di Sant’Anna di Stazzema, che finisce per essere una storia tout court della comunità martire di questo piccolo paese, dei bambini, delle donne e degli uomini che il 12 agosto 1944 hanno assistito a (e subito) una «apocalissi culturale». La violenza perpetrata dalle compagnie del 35° Reggimento della 16a divisione Reichsführer-Ss portò infatti alla uccisione di almeno 400 persone e «frantumò il paese, il suo modo di vivere, la sua cultura. Colpì la quotidianità, distrusse i punti di riferimento, bloccò il fluire della vita uccidendo intere generazioni e discendenze. Interruppe tutti i legami, quelli di parentela, quelli di vicinato, di amicizia, di amore» (p. 55).La prima parte del libro è molto bella. Dopo un Prologo che contestualizza gli eventi – attingendo alle ormai consolidate acquisizioni storiografiche sulle stragi naziste – Di Pasquale utilizza le testimonianze dei protagonisti e dipana il suo filo narrativo conducendo il lettore «dentro» l’apocalisse, cioè a Sant’Anna, nei minuti e nelle ore della strage, e affrescando poi con tratto delicato e toccante quanto accade dopo, nel momento in cui i sopravvissuti si inerpicano lungo l’erta faticosa della scoperta del dramma e del ritorno alla normalità.Il volume prosegue poi seguendo un doppio binario: da un lato le indagini, la mancata giustizia e i momenti salienti della ricostruzione di Sant’Anna, dall’altro l’analisi puntuale delle dinamiche e delle diverse fasi della memoria della strage – comunitaria, pubblica e privata – che ha di fatto mantenuto in vita un paese altrimenti scomparso («Per i santannini la memoria era ed è un tesoro, uno scrigno colmo di immagini, di aneddoti e di affetti, al quale si sono rivolti per superare l’orrore della fine e trasformarlo in un nuovo inizio. È il loro “esserci”, l’orma della loro presenza nel mondo», p. 159): la genesi di una memoria divisa; i nessi con le fratture politico-ideologiche tipiche della storia repubblicana; il recupero di uno spazio per Sant’Anna nella memoria pubblica nazionale con la nascita del Museo della resistenza, del Comitato onoranze dei martiri, l’impegno della Regione Toscana e l’istituzione del Parco nazionale della pace; l’impronta lasciata negli anni ’90 dal «quadrumvirato del ricordo» (Enio Mancini, Giovanni Cipollini, Moreno Costa e il sindaco Lorenzoni) nel definire una memoria ufficiale su quanto era accaduto (una «rappresentazione totalizzante del passato», p. 132).Infine, l’a. analizza le polemiche relative al film di Spike Lee Miracolo a Sant’Anna, ma soprattutto riflette in modo originale sulla funzione del processo contro alcuni dei responsabili del massacro celebratosi a La Spezia nel 2005, che ha rimesso in gioco gli intrecci tra le memorie e lasciato nuovo spazio alle voci di coloro che si erano sin lì tenuti in disparte: una «democratizzazione delle testimonianze», magari conflittuale, ma positiva e salutare per l’intera comunità.

Gianluca Fulvetti