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Christina Köstner, Klaus Voigt (a cura di) – Österreichisches Exil in Italien 1938-1945 – 2009

Christina Köstner, Klaus Voigt (a cura di)
Wien, Mandelbaum-Verlag, 375 pp., Euro 24,90

Anno di pubblicazione: 2009

Questo volume sull’esilio austriaco in Italia dall’Anschluss alla Liberazione pone alla nostra attenzione una vicenda poco conosciuta dei rapporti bilaterali italo-austriaci. I curatori del volume sottolineano che l’Italia non rappresentò né per i profughi tedeschi degli anni ’30 né per quelli austriaci dopo il 12 marzo 1938 una meta d’esilio richiesta. Tuttavia si calcola che furono circa 5.000 gli austriaci fuggiti in Italia (su circa 135.000 esuli dall’Austria dopo l’annessione) sia per rimanerci che per raggiungere dai porti italiani un’altra meta. Dopo l’Anschluss furono soprattutto austriaci di origine ebraica a cercare rifugio nella penisola, allora ancora estranea all’antisemitismo organizzato. La situazione peggiorò drasticamente nell’autunno 1938 quando l’Italia introdusse le leggi razziali che si rivolsero inizialmente soprattutto contro gli ebrei immigrati dopo il 1918. Un ulteriore e decisivo aggravamento della situazione per tutti gli ebrei in Italia intervenne nell’autunno del 1943 quando la Repubblica sociale italiana divenne per loro una trappola in alcuni casi mortale. Per pochi giorni o per 20 mesi, a seconda dell’avanzare degli Alleati verso Nord, quasi tutti gli ebrei in Italia vennero internati nel campo di concentramento di Fossoli; molti vennero deportati nei campi di sterminio in Polonia e uccisi. Il volume raccoglie contributi di studiosi austriaci, tedeschi e italiani accanto a relazioni e memorie di esuli austriaci ancora inedite o pubblicate solo parzialmente. Nella prima parte, dedicata alle tappe della fuga e della persecuzione, testi redatti da specialisti del tema conducono da una visione generale sulle fasi principali dell’esilio a temi particolari che riguardano per lo più aspetti regionali e destini individuali. Una seconda parte del volume è dedicata ad alcuni noti scrittori e artisti austriaci che si rifugiarono in Italia dopo il 1938. Le loro biografie redatte da studiosi sono accompagnate da loro testi e ricordi personali. Seguono sette testimonianze di sopravvissuti introdotte da una breve biografia e, nell’ultimo capitolo, una riflessione sui ricordi della profuga ebrea viennese Elisa Springer che, sopravvissuta ai campi di concentramento, si stabilì dopo la guerra in Italia e riuscì solo nel 1997 a scrivere i suoi ricordi. La riflessione sulle alte tirature del libro della Springer introduce la problematica dei ricordi fissati sulla carta solo a notevole distanza temporale dall’esperienza vissuta. Indicativo è il caso dello scrittore viennese Hermann Hakel che a distanza di anni tendeva a trasfigurare in senso positivo e a mitizzare il periodo dell’esilio in Italia. I contributi del volume non danno una visione d’insieme dell’esilio austriaco in Italia, questo non è nemmeno nell’intento dei curatori, ma forniscono scorci e puntuali dettagli che appartengono a un tale quadro d’insieme. Sarebbe interessante ricostruire anche la vicenda dell’esilio in Italia in quegli anni di altri cittadini austriaci, alcuni cattolici, contrari al nazismo ma filofascisti. Sebbene il loro numero sia stato esiguo, un loro profilo fornirebbe un ulteriore tassello per capire i contraddittori rapporti italo-austriaci degli anni ’30 del secolo scorso.

Maddalena Guiotto